A Cerignola, in località Forcone Cafiero, i carabinieri del nucleo operativo ecologico di Bari, in collaborazione con i militari della compagnia locale, nel prosieguo di attività investigativa di specialità, hanno sottoposto a sequestro preventivo un’area recintata dell’estensione di circa 25.000 metri quadrati, dove erano stoccati 90.000 metri cubi circa di rifiuti consistenti in terre da scavo dal valore complessivo di 1.500.000 euro, provenienti dalla realizzazione del 5° lotto dell’impianto di discarica rsu. In sostanza la società ha provveduto ad accantonare materiale di scarto soggetto a smaltimento senza però provvedervi per risparmiare almeno un milione e mezzo di euro in ecotassa, così da creare utili inesistenti.
Deferiti alla locale Procura della Repubblica il legale rappresentante dell’impianto di discarica, l’amministratore delegato ed il presidente del Consorzio Bacino Fg/4 – nonché alta carica amministrativa locale. Tutti sono ritenuti responsabili, in concorso tra loro ed ognuno per quanto di competenza, per la carica rivestita e nell’esercizio delle proprie funzioni, per la violazione di cui all’articolo 256 comma 1 e 3 d. lgs 152/2006 – per aver gestito e quindi stoccato senza autorizzazione, dall’anno 2014, ingentissima quantità di rifiuti quali terre da scavo, realizzando così un’immensa discarica abusiva.
Il sequestro si inserisce nell’attività di controllo investigativo dei carabinieri che già nel marzo 2016 hanno sottoposto a sequestro preventivo la discarica comunale di Cerignola, ad oggi con facoltà d’uso perchè in corso lavori di adeguamento dell’impianto di biostabilizzazione, area dell’estensione di circa 17.000 metri quadrati e del valore approssimativo di 40.000.000 di euro, per mancanza di rispetto delle più generali norme per la gestione dei rifiuti ed in particolare delle prescrizioni impartite.
Allora furono denunciati alla Procura della Repubblica di Foggia il legale rappresentante dell’impianto di discarica, il direttore generale, il presidente del Consorzio Bacino Fg/4 e il direttore tecnico, tutti, in concorso per la violazione di cui all’art. 256/1° e 4° comma del d.l.vo 3.4.2006 n. 152 (per aver gestito illecitamente rifiuti solidi urbani perchè smaltiti nel lotto di discarica senza adeguata biostabilizzazione, in violazione delle prescrizioni imposte con l’autorizzazione integrata ambientale vigente).
Da evidenziare l’efficacia l’attività di monitoraggio posta in essere dai silenti apparecchi a pilotaggio remoto definiti comunemente “droni” in dotazione a questo comando carabinieri per la tutela dell’ambiente.