L’attenzione degli inquirenti sul Comune di Mattinata ha origini piuttosto lontane. Di particolare rilievo un episodio avvenuto nell’estate 2016 quando i carabinieri si recarono in un noto lido balneare per un autentico blitz, mentre era in corso una cena tra esponenti della nuova e vecchia politica tra cui un ex sindaco ed ex consiglieri comunali. Gestore del chiosco che ospitava l’incontro, un noto pregiudicato locale, condannato in via definitiva per lesioni e tuttora sotto processo per rapine ed estorsioni a seguito dell’operazione “Ariete”. L’uomo, luogotenente su Mattinata di un clan della zona, quella sera ospitò pezzi importanti della storia amministrativa di Mattinata. Presenti anche due guardie penitenziarie, sotto processo con l’accusa di aver favorito un clan cittadino. Una trentina in tutto le persone a quella cena alle quali i carabinieri chiesero i documenti. Quel controllo venne poi riportato nell’informativa degli uomini dell’Arma alla Prefettura che, qualche giorno fa, ha disposto l’invio della Commissione d’accesso agli atti per presunte infiltrazioni criminali nel Comune di Mattinata.
Nel mirino degli investigatori anche le lottizzazioni “Lamione” ed “F2”, quest’ultima a ridosso della caserma dei carabinieri. Una valle dove gli interessi non sono mai mancati. Terreni che varrebbero molti soldi e sui quali si sarebbe deciso di edificare nonostante alcuni vincoli idrogeologici (sarebbero stati deviati i corsi d’acqua). Inoltre non si sarebbe tenuto conto della particolarità della zona, dove sboccerebbe un fiore molto raro. I commissari hanno chiesto conto anche di questo. Già cinque anni fa, gli interessi di un clan locale si spostarono su quella valle, con tanto di pressioni verso i dirigenti comunali per il mancato rilascio dei permessi. Fece scalpore, all’epoca, l’irruzione di soggetti pregiudicati nelle stanze comunali per convincere chi di dovere a sbloccare le attività.
Questioni di famiglia
Ma è soprattutto sulle parentele pericolose che si sta concentrando il lavoro della Commissione su precisa richiesta della Prefettura di Foggia. Già nella passata campagna elettorale non mancarono i candidati con rapporti di parentela con i clan. Come Antonio Di Mauro (lista “Movimento per Mattinata”), nipote diretto di un pluripregiudicato citato nella mappa della DDA. E poi ancora, Michele Di Mauro (Pd), genero del fratello di un altro esponente della mala locale. Ingerenze anche nella lista vincente, “Mattinata Riparte” per la quale uno dei candidati ottenne pieno sostegno da un clan locale. Insomma, una presenza della mala ben sparpagliata tra le liste.
La CPL Concordia e le “delibere stravolte”
Emblematiche le parole di Raffaele D’Apolito, riprese anche negli esposti anonimi. Nel 2015, D’Apolito presentò “dimissioni irrevocabili da assessore al Bilancio, Attività produttive, Patrimonio e Contenzioso in quanto – scrisse – è venuto meno il necessario rapporto fiduciario con il sindaco (l’attuale primo cittadino, Michele Prencipe, ndr). Questa mia decisione è maturata prevalentemente per ragioni di ordine etico e morale a fronte di una condotta del sindaco dalla quale dissento profondamente e che ritengo sempre più inconciliabile con la prosecuzione del mandato.
Con grande meraviglia ho appreso nel corso della riunione del 18 agosto la inspiegabile forte contrarietà personale del sindaco alle mie due note di richiesta di chiarimenti in merito all’appalto relativo alla “Gestione integrata del servizio di illuminazione pubblica”, realizzazione di interventi di efficienza energetica e di adeguamento normativo sugli impianti, mediante il sistema di finanziamento tramite terzi, che vede esposto il Comune di Mattinata per diversi milioni di euro e per venti anni, nei confronti della “CPL Concordia” (questione contestata da D’Apolito già all’ex sindaco, Lucio Prencipe, ndr), società oggetto di indagini per corruzione verso amministrazioni locali e per i consolidati legami con organizzazioni criminali mafiose”. Va detto che il caso della CPL Concordia è stato poi segnalato alla Prefettura dall’attuale sindaco mentre il suo predecessore promosse e sponsorizzò quella società. È anche in atto un contenzioso giudiziario per diffamazioni reciproche tra la stessa CPL e D’Apolito.
“Non posso tacere, inoltre, per amore della verità – rilevò ancora l’ex assessore -, i gravi e reiterati episodi di stravolgimento delle delibere di giunta da parte del sindaco, rispetto a quelli discussi nelle riunioni di Giunta. Queste – ed altre – sono le motivazioni che mi hanno portato alle dimissioni da assessore, ma una su tutte, la convinzione di essere estraneo ed inadeguato rispetto ad un modo di fare politica che né condivido e né comprendo. Assicuro sin da ora che non verrò meno certamente ad un impegno civico e politico che continuerò ad onorare con il mio contributo come consigliere comunale nell’esclusivo interesse della Comunità”.