Sarà Daniela Pedà il prossimo direttore sanitario dell’ospedale Tatarella di Cerignola. Già direttore medico di presidio degli Ospedali Riuniti di Foggia, il nuovo capo del nosocomio ofantino andrà a sostituire il triumvirato formato da Costantino – Fida – Vocino che da marzo hanno occupato a rotazione la direzione della struttura. L’incarico, della durata di cinque anni, serve a traghettare il Tatarella verso una nuova fase. E ad attendere la Pedà a Cerignola ci sarà un clima davvero rovente.
Terminata la fase delle proteste e dei tavoli tecnici, richiesti dalle associazioni, si entra in quella gestionale, dove ci sono temi aperti da risolvere in maniera impellente: il reparto di ortopedia ancora chiuso, ormai da cinque mesi, proprio come successo a cavallo tra il 2011 ed il 2012, e la carenza di personale ed in particolar modo di anestesisti, che rende difficile lo svolgimento delle operazioni programmate.
Proprio venerdì scorso, ad esempio, l’ospedale ha vissuto ulteriori momenti di affanno. Da dicembre scorso, infatti, il centro trasfusionale ha perso 3 dirigenti medici: l’unità operativa è rimasta nelle mani del solo direttore Francesco Di Stefano, che proprio la settimana scorsa per motivi di salute ha dovuto abbandonare il Tatarella. Immediati i disservizi e il conseguente ordine, da parte del direttore sanitario pro tempore Antonietta Costantino, di sostituire il referente del centro trasfusionale con unità interne. Eppure, informano dal nosocomio, la soluzione sarebbe a portata di mano e risiede in quell’avviso pubblico che la Asl di Foggia ha espletato nel mese di gennaio: da allora i due vincitori, un medico del pronto soccorso e uno di cardiologia (entrambi del Tatarella), sono in attesa di dare seguito al concorso.
Soltanto che la direzione strategica avrebbe informato i medici che il trasferimento dagli attuali reparti di competenza non potrà avvenire fino a quando non arriveranno sostituzioni, tra l’altro non in agenda sia per cardiologia che per il pronto soccorso. In questo modo, dunque, il centro trasfusionale continua a rimanere sotto la gestione isolata e numericamente insufficiente del direttore Francesco Di Stefano. Con una scadenza impellente, prevista per il mese di giugno, alla quale il personale medico, infermieristico e tecnico guarda con apprensione: l’ispezione per l’accreditamento. E non è escluso che da centro trasfusionale, stando così le cose, si possa registrare un declassamento a mero centro di raccolta sangue.
Da un punto di vista più politico, invece, la Pedà probabilmente dovrà fronteggiare la verve polemica del PD di Elena Gentile. Da quando il presidente Michele Emiliano ha assunto la delega alla sanità, e da quando ha sostituito Rocco Dalessandro (il facente funzioni dell’ospedale vicino all’eurodeputata), Gentile attacca a testa bassa la gestione del “suo” nosocomio. La settimana scorsa ha addirittura organizzato un sit-in per rimarcare, dal suo punto di vista, le falle della sanità targata Emiliano, dopo anni di silenzio nell’era Vendoliana. Lo rimprovera anche il vice sindaco di Cerignola, Rino Pezzano, ex PD epurato anche a causa della posizione critica sul comparto sanitario ai tempi di Gentile assessore: “Anni fa ponevo l’accento sulla questione “Ospedale di Cerignola” e venivo accusato di andare contro un Governo regionale dello stesso colore politico. Oggi, invece, è possibile attaccare continuamente la giunta regionale e il suo Presidente senza che nessuno venga accusato di alcunché. Premesso che ero e sono ancora convinto che il nostro Ospedale si trovi in uno stato di degrado a causa delle politiche sbagliate dei diversi governi che si sono succeduti, mi auguro che il Pd metta da parte le continue contrapposizioni interne e si adoperi per migliorare le condizioni del nostro nosocomio, considerato che governano sia l’Italia che la Regione Puglia”.
Dunque, Daniela Pedà prende le chiavi del Tatarella e condurrà l’ospedale nella fase 2 del riordino ospedaliero che affonda le radici sin dai tempi di Gentile assessore alla sanità della regione Puglia.