
Abbiamo appreso da notizie divulgate da organi di stampa online locale che la ASL di Foggia ha investito svariati milioni di euro per l’acquisto di apparecchiature radiologiche, che risultano sottoutilizzate o addirittura non utilizzate.
Curiosa appare la giustificazione che emerge dall’articolo, fornita dall’attuale direttore generale della succitata Azienda Sanitaria, Vito Piazzolla, che imputa l’ipo-non- utilizzo della tecnologia alla carenza di personale specializzato, specificatamente radiologi e tecnici di radiologia, definiti in un virgolettato “risorse sempre più rare”.
E’ quanto mai bizzarro definire “raro” il tecnico sanitario di radiologia Medica in un territorio – quello di Foggia – che vede tra gli iscritti al collegio provinciale una percentuale di inoccupazione che dagli ultimi censimenti risulta essere prossima al 30%! Sui 480 iscritti totali al Collegio TSRM di Foggia, infatti, gli inoccupati sono 116, senza contare i colleghi che hanno preferito trasferirsi all’estero pur di lavorare e gli studenti (una quarantina) dei Corsi di Laurea in TRMIR prossimi alla Laurea nelle due Università nelle quali il corso è attivato. Se consideriamo tutto il territorio pugliese, gli inoccupati superano le 200 unità, tralasciando di considerare i tecnici di radiologia che prestano la propria opera in attività libero-professionale con retribuzione e contratti piuttosto imbarazzanti.
Appare, altresì, curiosa la proposta di soluzione avanzata a detta dell’articolista dal dottor Piazzolla, secondo la quale l’urgenza delle assunzioni riguarderà “anestesisti, medici di Pronto soccorso e radiologi”; fino a prova contraria, ad utilizzare fisicamente le apparecchiature radiologiche sono i tecnici sanitari di radiologia medica, ferma restando la necessità di medici specialisti, per le loro specifiche attribuzioni. La Regione Puglia la soluzione ce l’ha in casa: assuma i tecnici di radiologia che ha formato nelle sue Università.
Confidiamo nella volontà degli organi regionali competenti di risolvere una criticità che, al di là della eco mediatica, si configura come inammissibile e censurabile spreco di denaro pubblico e, più grave, come detrimento alla quanti/qualità della risposta ai bisogni di salute dei cittadini del Servizio Sanitario Regionale pugliese.
Domenica Argese
coordinatore regionale TSRM