Crac Don Uva, processo alle porte. E l’ente si costituisce parte civile

Da sinistra, Azzollini, Rizzi e suor Cesa
Da sinistra, Azzollini, Rizzi e suor Cesa

È stata rinviata al prossimo 17 marzo l’udienza durante la quale si discuterà per il rinvio a giudizio di 18 persone nel crack della Divina Provvidenza. Oggi, dinanzi al giudice del tribunale di Trani, Angela Schiralli, è stato trattato il procedimento penale riguardante i reati di associazione per delinquere, bancarotta fraudolenta ed altro, instaurato a seguito delle indagini condotte dai pubblici ministeri Francesco Giannella e Silvia Curione, presenti in aula. L’ente in amministrazione straordinaria, guidato dal commissario Bartolomeo Cozzoli, si è costituito parte civile: “Rivestendo la qualità di persona offesa e danneggiata dai reati in ipotesi contestati – spiegano da Bisceglie -, abbiamo inteso costituirci parte civile per mezzo dell’avvocato Stefano Dardes il quale, nel corso dell’udienza, ha depositato memoria tecnico-contabile circa le cause del dissesto della CDP”.

Il collegio difensivo degli imputati ha richiesto un termine per consultare il contenuto della memoria. Per il 17 è prevista la possibilità per gli imputati di richiedere riti speciali. “C’è stato solo la costituzione delle parti e sono state valutate solo alcune questioni preliminari – ha spiegato l’avvocato dell’ex direttore generale Dario Rizzi, Rolando Sepe -, inoltre sono state depositate alcune memorie difensive. Vista la complessità della vicenda e degli attori coinvolti, potrebbe essere richiesto di esaminare le posizioni in più fasi”. In ogni caso, al prossimo appuntamento è prevista la discussione del pubblico ministero. Tra gli imputati figurano il senatore Antonio Azzollini (per il quale fu richiesto l’arresto rigettato da Palazzo Madama e annullato tra l’altro dal Tribunale del riesame di Bari e per il quale è caduta l’accusa di associazione a delinquere), l’ex direttore generale Rizzi, la ex madre superiore della congregazione delle ancelle della Divina Provvidenza suor Marcella Cesa, suor Assunta Puzzello (suor Consolata) e l’avvocato Antonio Battiante. Per questi ultimi quattro è rimasta in piedi l’accusa di associazione a delinquere, accusa caduta invece per l’ex addetto stampa Adriana Vasilijevic.