
Gli allarmi sulla chiusura di alcuni servizi sanitari sono stati oggi al centro di un incontro all’Asl di Foggia. Il direttore generale, Vito Piazzolla, ha precisato che “si sta facendo il possibile per tutelare tutte le esigenze attuali, salvo restando la necessità di recuperare risorse, perché le questioni, oltre che a Bari, devono passare sul tavolo romano”. “Purtroppo ci scontriamo sempre con i numeri – prosegue il dg – e con la necessità di far comprendere come sia complesso il territorio della provincia di Foggia. Se ci dicono che bisogna rispettare rigorosamente certi parametri, non si può strappare molto”. Il presidente Michele Emiliano starebbe seguendo la situazione emergenziale – soprattutto nell’area garganica e sui Monti Dauni – tenendosi in contatto costante con il manager. Intanto, a Vieste è stata depositata dalla consigliera una richiesta di impegno sul mantenimento del Punto di primo intervento, sulla attivazione di una sede periferica della commissione Invalidi civili e sul potenziamento della specialistica ambulatoriale.
“Con la deliberazione del direttore generale dell’Asl n. 910 del 29 luglio 2016 – spiega la consigliera – veniva individuata Vieste come sede periferica per la commissione invalidi del distretto di Vico del Gargano. Ma ad oggi i nostri concittadini continuano ad andare a Rodi Garganico per il riconoscimento dell’invalidità civile. Ancora, con una comunicazione del direttore del distretto di Vico del Gargano, Michele Carnevale, del 29 novembre 2016, si portava a conoscenza i sindaci del distretto del potenziamento della specialistica ambulatoriale. In passato, alla richiesta di potenziamento della specialistica ambulatoriale, con comunicazione ASL il direttore del distretto numero 53 rispondeva che non vi sono medici specialisti disposti a venire a Vieste. Con la stessa comunicazione – prosegue – si portava a conoscenza i sindaci del distretto della soppressione dei P.P.I. (Punto di Primo Intervento). Recependo il D.M. 70/2015 la Giunta regionale con propria delibera dei primi di dicembre 2016 approva il riordino della rete ospedaliera e, alla voce rete dell’emergenza urgenza, definisce il ruolo dei P.P.I. In particolare stabilisce che gli attuali P.P.I. in cui opera personale medico dipendente, secondo un cronoprogramma predefinito e comunque entro settembre 2017, debbano essere riconvertiti in postazioni medicalizzate di 118 con personale a convenzione. Ad oggi non è ancora chiaro cosa significhi riconversione del P.P.I. in 118: si lascia la struttura così com’è e si sostituiscono i medici dipendenti con medici a convenzione? Oppure si sopprime la struttura che verrà sostituita con un’ambulanza medicalizzata di 118 in aggiunta a quella già presente a Vieste? Si ritiene che un territorio disagiato come il nostro (particolare orografia, distanza dall’ospedale più vicino, precarietà dei servizi sanitari distrettuali, notevole afflusso di turisti nel periodo estivo) imponga una seria riflessione sulla riorganizzazione dei servizi sanitari con particolare riguardo ai servizi di emergenza territoriale. Il timore è che un’organizzazione che preveda solo la presenza di ambulanze di 118 si traduca nel semplice trasferimento dei pazienti in ospedale senza aver messo in atto quella necessaria azione di filtro al fine di evitare ricoveri impropri e disagio ai cittadini per patologie minori che attualmente sono risolte in loco dal P.P.I. Si ritiene pertanto – concludono – che il P.P.I. debba continuare ad essere un punto di riferimento per la popolazione viestana e anzi debba essere realmente potenziato nei servizi in linea con quanto previsto dal D.M. 70/2015 che prevede un servizio di emergenza territoriale tecnologicamente avanzato in grado di affrontare le emergenze-urgenze garantendo una reale continuità dell’assistenza nell’interesse della popolazione”.