Le tappe di Mdp Art1 sono scandite. Venerdì 17 novembre la comunità politica provinciale degli iscritti discuterà il documento programmatico in vista dell’assemblea nazionale del prossimo 2 dicembre. Questa mattina Ciro Mundi, coordinatore provinciale di Mdp, insieme ai componenti del Coordinamento Provinciale, Sabino Colangelo e Gianluca Ruotolo hanno presentato alcuni dei temi presenti nel fitto paper inviato ai simpatizzanti.
Lotta alle disuguaglianze
“Ci impegniamo a partecipare insieme alle prossime elezioni politiche, con una proposta che punti a cambiare la vita delle persone e restituire speranza a milioni di cittadine e cittadini che oggi non si sentono più rappresentati. Intendiamo costruire un progetto credibile solido e autonomo, che punti a riconnettere sinistra e società, per ribaltare rapporti di forza sempre più favorevoli alla destra in tutte le sue articolazioni. Ci rivolgiamo a tutte le esperienze del civismo, a chi lavora quotidianamente nell’associazionismo, alle forze organizzate del mondo del lavoro, ma soprattutto a tutte le donne e gli uomini trascinati in basso dalla crisi, che hanno bisogno di una politica diversa per risollevarsi; ai tanti portatori di competenze che non trovano occasione per metterla in pratica, a coloro che ce l’hanno fatta ma non si rassegnano a una condizione diversa di tanti”, si legge nel documento.
“Il nostro programma politico è soprattutto una lotta alle disuguaglianze, apparentemente niente di nuovo, ma questi valori sono scarsamente rappresentanti e lo vediamo nello stato delle giovani generazioni e dai risvolti negativi internazionali, come quello comunità Europea, che ha scritto al governo di non vedere miglioramenti nei conti pubblici”, ha detto in esordio il neurochirurgo, esperto di Neuroscienze.
Coalizione
Un articolo di Peppino Caldarola, neo responsabile della Fondazione ItalianiEuropei, su Linkiesta ha ripercorso le parole di Pierluigi Bersani. Non c’è più tempo per riproporre un’alleanza col Pd né è più utile perché lo spazio, se esiste, va cercato e conquistato nell’ambito della sinistra. Un listone unico può ambire al 10% dei consensi, stando ai sondaggi. “Il tema non è alleanza sì o alleanza no – ha rimarcato Mundi -. Oggi c’è ancora un confronto a livello nazionale, il 2 dicembre ci sarà l’assemblea e in quella sede si deciderà. Si parla di alleanze politiche, è giusto che si affermi una accentuazione dell’opzione di sinistra, ma anche una opzione di coesione potrebbe essere importante, nessuno può stare al giochino dello scaricabarile come è accaduto in Sicilia”. L’esempio siciliano e le accuse a Fava sono fin troppo nette.
Si va verso un soggetto unitario con tutti gli altri partiti di sinistra, conferma Ruotolo. Campo Progressista, Sinistra Italia, i civismi del Brancaccio, l’esperienza di Possibile di Pippo Civati. “Come Art 1 stiamo continuando a radicarci, stiamo provando a costituire la fase costituente, che sarà più chiara con la somma delle diverse famiglie”.
In Puglia
Si avranno difficoltà maggiori in Puglia, ne è convinto Sabino Colangelo. “La Puglia non è come le altre regioni, perché il nostro presidente si presenta con un’anomalia: Emiliano non è il capo di un solo partito, ma di due partiti, il Pd e il movimento delle liste civiche. È evidente che questa non può essere una doppia arma. Il nostro gruppo presente in Regione ha già cominciato a mettere in campo una strategia, che sarà importante anche nella nostra conferenza provinciale, andremo senza sconti a criticare ciò che non va. Viviamo una situazione drammatica con la sanità, la nostra non sarà una campagna elettorale di politichese e balletti. Emiliano prima dell’avvio della campagna elettorale deve mettere in campo un assessore alla sanità vero”. Secondo Colangelo si fa fatica a capire cosa di positivo è stato realizzato in Regione Puglia in questi anni di Governo. “Noi vogliamo che Emiliano governi la Regione, senza manovre con un doppio partito e accordi con Renzi sottobanco. Tutti i giorni fa opposizione interna a Renzi, ma poi trova accordi a Roma. Segnalo che una parte notevole della campagna la giocheremo in Puglia, non faremo l’attacco ad Emiliano ma staremo in maggioranza con spirito critico senza fare i soldatini di piombo”. Mdp chiede una revisione istituzionale anche sul tema delle Province. “Nel furore iconoclasta si sono abolite le province, ma restano i problemi sull’emergenza rifiuti, sulla formazione, stiamo a grandi enunciamenti, senza aver introdotto soluzioni o innovazione. C’è grande disordine, con le materie divise e senza attribuzione: la legge Delrio del Governo è una delle più grandi bufale degli ultimi anni, hanno sciolto un ente che non è inutile, ma lo hanno lasciato confuso. Guardiamo la Biblioteca, è pazzesco: i dipendenti sono passati alla Regione, ma il patrimonio immobiliare resta provinciale, con ingorghi istituzionali caotici”.
Mundi ha anche evidenziato la necessità di una maggiore razionalità nell’erogazione dei servizi. Dalla sanità alle strade dissestate. “Le strutture sanitarie sono eccedenti, costituiamo la rete vera”.
Radicamento
Nessuna candidatura sarà imposta dall’alto, neppure quella del lìder maximo, Massimo D’Alema, affermano. Mdp non è una unione di ex né un raccoglitore di ceto politico. C’è anche il popolo, a loro dire. “Vorrei che si tenesse conto che la nostra coordinatrice cittadina è Roberta Sassano, una giovane donna, con energia e passione. Ci sono tanti cittadini che non si erano mai iscritti prima ad un partito e hanno ritrovato entusiasmo. Lo spazio di manovra è sui valori della sinistra. Non facciamo una distinzione tra ex e nativi, noi creiamo un movimento, ci interessa la partecipazione senza gradi sulla giacca o alamari. La nostra è una nuova storia, ricca di esperienza e di freschezza. Non esiste che si venga rottamati”.
Non si andrà a votare gente catapultata dal nazionale. “Abbiamo dato una indicazione, lavoreremo con un processo di partecipazione anche per le candidature, la selezione è un meccanismo che coinvolgerà tutti”, ha specificato Ruotolo.
Mundi a l’Immediato ha anche spiegato in cosa il civismo pugliese di Leo Di Gioia e gli altri sia deficitario. “Il mio appoggio a Leo Di Gioia iniziò alle comunali insieme ad altri. Ci impegnammo ad appoggiarlo fino alle regionali, perché i candidati messi in campo non avevano quelle differenze che ci consentivano di sottoscrivere un percorso. Pensammo di mettere insieme un rassemblement, perché l’offerta del centrosinistra era insoddisfacente, ma adesso viviamo una nuova fase: io penso che in linea di massima questa storia delle liste corre il rischio di essere buona solo appuntamento elettorali, i movimenti e i cittadini si raccolgono solo con l’eletto, ma senza nessun patrimonio politico”.