Il canile fu posto sotto sequestro penale preventivo il 25 marzo 2016 e da allora poco o nulla è stato fatto per sopperire a quelle situazioni che hanno portato al sequestro di una struttura che qualcuno in passato ebbe anche il coraggio di definire a 5 stelle.
A ridosso dell’emergenza furono fatti alcuni tavoli tecnici con tutte le parti interessate alla gestione e manutenzione del canile, per pianificare sia gli interventi da fare e sia come gestire l’impossibilità di introdurre all’interno della struttura cani che non potrebbero essere lasciati liberi sul territorio. La programmazione ad oggi è rimasta disattesa, infatti all’interno del canile non si è intervenuto sui problemi strutturali e ogni volta che si deve gestire il ritrovamento di un cane abbandonato il sistema di accoglienza va in crisi. Sabato 26 novembre è andato in scena un film già visto più volte in questi 8 mesi, un anonimo abbandona dei cuccioli davanti l’ingresso del canile e chi dovrebbe avere la funzione in questa città di attivarsi per garantirgli l’accoglienza, a causa del divieto imposto da parte dell’autorità giudiziaria di introdurre altri cani nel canile comunale, non può intervenire, mandando in tilt l’intero sistema. I Vigili Urbani costretti a fare telefonate per ricevere disposizioni dall’assessore, o dirigente, alle Politiche Sociali su come e a chi affidare i cani, i quali alloro volta, probabilmente, costretti a chiedere alle associazioni animaliste di farsi carico del problema. Ma in questo sistema di gestione definibile “delle pezze a colori” può anche capitare, come successo sabato, che dopo 5 ore (dalle ore 11 alle ore 16) i vigili urbani non erano ancora stati messi nelle condizioni di poter gestire l’emergenza dall’assessorato competente.
Anche sabato, come succede ormai da tempo, in soccorso all’ amministrazione ci sono stati i volontari delle associazioni animaliste. Questa volta, come già accaduto in passato, l’associazione che ha tolto le castagne dal fuoco a chi di competenza è stata “a largo raggio”, che è la stessa associazione che ad oggi gestisce il canile. I cuccioli, come scritto dalla Presidente dell’associazione Anna Laura Pagliara, sono stati portati a casa di una volontaria e ad avviate le procedure per farli adottare.
Il canile di Foggia è una struttura fatiscente, pericolosa soprattutto per i rischi igienico sanitari, sia per i cani accolti che per il personale che lavora all’interno della struttura. Tra i tanti problemi vanno evidenziati:? il non funzionamento dell’impianto fognario che non permette il corretto smaltimento delle feci che ogni giorno vengono raccolte nei piazzali e dalle gabbie dei cani ospitati; il numero elevato di topi all’intero della struttura, un vero pericolo per cani e operatori visto la nota aggressività delle pantegane e il potenziale rischio epidemiologico dei roditori in oggetto.
Pensare di recuperare la struttura esistente, visti i costi che occorrono per metterla a norma, è da folli. Comprendiamo che in tempo di crisi l’amministrazione comunale è messa in grossa difficoltà nel gestire la situazione, ma è anche vero che questa città non può permettersi di continuare a ignorare il problema, facendo nostra una citazione di Aldous Huxley “i fatti non cessano d’esistere solo perché noi li ignoriamo”, e aggiungendoci, “ma si amplificano”.
Quello che oggi serve, e che l’amministrazione in materia è latitante, è una programmazione seria che porti nel tempo ad azzerare il fenomeno del randagismo nel nostro comune. Bisogna investire oggi delle risorse per ricuperarle domani quando non ci saranno più cani randagi dei quali doversi prendere cura.
Inoltre i dipendenti sono ancora in attesa di stipendio da 2 mesi.
Alternativa Libera Foggia e Italia dei Valori