Innovazione e cultura per contrastare il fenomeno dell’illegalità. Per farlo, l’Università di Foggia ha pronto un 2017 colmo di eventi nell’ambito del Festival della Ricerca e dell’Innovazione. A dare il là alla serie di iniziative ci ha pensato Roberto Saviano, grande ospite ieri sera nell’aula magna della facoltà di Economia in via Caggese. Lo scrittore napoletano, sotto scorta dal 2006, ha presentato “La paranza dei bambini”, un libro sui giovani gangster prodotti dalla “pancia di Napoli”. Minorenni e spietati, dall’indole violenta e senza scrupoli, venuti fuori dalle inchieste dei magistrati Woodcock e De Falco, anche loro ieri a Foggia accanto a Saviano. Un incontro al quale hanno presenziato il rettore Maurizio Ricci e Cristoforo Pomara, medico legale e delegato alla Ricerca per UniFg.
“Qui per guardarci negli occhi e condividere” – ha detto Saviano al giovane pubblico presente, quasi tutto composto da studenti. Lo scrittore è visibilmente emozionato: “È insolito per me presenziare in un ateneo”. Poi alcune riflessioni sulla sua “paranza” dei bambini. “Un libro che è un corto circuito tra realtà e letteratura. Ispirato alle inchieste dei magistrati qui presenti”. Il suo romanzo è incentrato su un gruppo di 15enni dai soprannomi innocui: Maraja, Pesce Moscio, Dentino, Lollipop, Drone. Tutti con scarpe firmate, famiglie normali e il nome delle ragazze tatuato sulla pelle. Adolescenti che non hanno domani e nemmeno ci credono. Non temono il carcere né la morte, perché sanno che l’unica possibilità è giocarsi tutto, subito. Sanno che “i soldi li ha chi se li prende”. “Conta il denaro, solo il denaro”.
“I riferimenti di questi ragazzi sono ovviamente sbagliati. Penso a Dan Bilzerian, un omone che vinse milioni di dollari al casinò e li spende tra donne e ville di lusso. Ed è seguitissimo sui social. Per questi ragazzini è un ‘mito assoluto’, uno che ‘insegna a campare'”. I “bambini” di Saviano sono “abituati a gestire piazze di spaccio come fossero dei supermercati già all’età di 16 anni”, ha spiegato lo scrittore.
In chiusura del suo intervento, seguito dal pubblico in religioso silenzio, Saviano si è soffermato sulla potenza letteraria: “Avviene quando quello che leggi o vedi sei tu, quando quello che stai immaginando è quello che stai costruendo e che forse ti sta cambiando per sempre. So di certo che la potenza della pagina cambia per ogni singolo individuo. Ecco perchè dare tempo a se stessi ed entrare dentro una pagina è ancora un gesto assolutamente sovversivo”.
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