Tra i “driver” di sviluppo del Mezzogiorno citati nel rapporto Svimez 2016 c’è il progetto StarAgro Energy dell’Università di Foggia. Nella “nuova politica industriale”, secondo gli esperti dell’associazione, c’è proprio l’attenzione alle rinnovabili e, in particolare, alle biomasse. Il lavoro portato avanti dal professor Massimo Monteleone (con il suo team di ricerca di base in zona Asi Incoronata), ha un respiro molto ampio e di grande portata, nato per armonizzare settori in passato considerati inconciliabili: la produzione di energia, l’ecosostenibilità, la cultura agricola delle aree rurali dell’area europea che si affaccia sul Mediterraneo.
I “driver” di sviluppo
Le dorsali sulle quali poggiare lo sviluppo dei prossimi anni passano dalla logistica, dalla rigenerazione urbana, dall’agricoltura, fino alle rinnovabili e alla cultura. Per il primo punto, si dovrà puntare a “realizzare filiere territoriali logistiche al Sud, veri e propri district park (identificati 8: Napoli, Torre Annunziata, Salerno, Gioia Tauro, Taranto, Catania, Messina-Città dello Stretto, Termoli) con uno sbocco a mare adatto a ospitare porti di transhipment. Le filiere hanno lo scopo di attrarre flussi di merci trasformati e lavorati tramite attività logistiche ad elevato valore aggiunto, e poi esportate via mare, trattenendo così valore e ricchezza”. Ancora, di fronte alla sfida delle 7 Città metropolitane del Sud, con le quali sono stati stipulati recentemente altrettanti Patti, la rigenerazione urbana diventa un’occasione per promuovere le capacità di coordinamento e integrazione degli interventi, a cominciare dal Piano periferie. Il Sud potrebbe ritagliarsi un ruolo crescente nell’offerta di biomasse puntando su residui agricoli e dell’industria agroalimentare, scarti organici alimentari, colture no-food. Potendo, peraltro, contare su centri di ricerca e università specializzate, dalla cui collaborazione sono scaturiti progetti innovativi: progetto di ricerca Enerbiochem in Campania, progetto BioPolis e STAR AgroEnergy in Puglia, bioeconomia in Sicilia. Senza sottovalutare né il piano di riconversione della raffineria di Gela da parte dell’Eni, puntando sulla produzione di biocarburanti avanzati, né la riconversione dell’ex petrolchimico di Porto Torres, dove si è deciso di investire in biomasse.
Il settore turistico meridionale tra il 2014 e il 2015 ha registrato interessanti performance: oltre un milione di presenze straniere negli esercizi ricettivi, un aumento pari all’8% della spesa dei turisti stranieri al Sud. Se si investisse in cultura al Sud quanto già avviene nel Centro-Nord, l’occupazione crescerebbe di circa 200 mila unità, di cui 90 mila laureati. Un ruolo di rilievo in questo piano lo ha la designazione di Matera come Capitale Europea della Cultura per il 2019: un percorso da realizzare con progetti ad alto contenuto di innovazione, che permettano la creazione di ambienti in cui sia possibile sperimentare nuovi modelli di sviluppo urbano, sociale e imprenditoriale, con al centro la cultura, non solo per la Basilicata ma per l’intero Mezzogiorno.
L’agricoltura meridionale può oggi contare innanzitutto sulla qualità delle proprie produzioni, ma anche su una multifunzionalità che comporta diversificazione e allargamento delle attività non solo all’interno delle aziende agricole, ma anche nell’agriturismo, nei servizi ambientali.
Economia torna a crescere
Si ferma il calo del Pil del Mezzogiorno, durato sette anni consecutivi. In base a valutazioni Svimez, presentate nel ‘Rapporto sull’Economia del Mezzogiorno’ nel 2015 il Pil è cresciuto al Sud dell’1%, “recuperando parzialmente la caduta dell’anno precedente (-1,2%)”, con una crescita superiore di 0,3 punti “a quello rilevato nel resto del Paese, +0,7%”. Dal 2007, ricorda lo Svimez, “il Pil in quest’area è calato del -12,3%, quasi il doppio della flessione registrata nel Centro-Nord (-7,1%)”. La crescita nel Sud ha beneficiato nel 2015 di alcune condizioni peculiari: un’annata agraria particolarmente favorevole; la crescita del valore aggiunto nei servizi, soprattutto nel turismo, legata alle crisi geopolitiche nell’area del Mediterraneo che hanno dirottato parte del flusso turistico verso il Mezzogiorno; la chiusura della programmazione dei Fondi strutturali europei 2007-2013, che ha portato a un’accelerazione della spesa pubblica legata al loro utilizzo per evitarne la restituzione.
Le reazioni
“Il Sud torna a crescere economicamente e lo fa contando sulla vitalità dell’agricoltura e del turismo: settori sempre più strategici per lo sviluppo e l’occupazione”. Lo affermano i deputati del PD Colomba Mongiello, componente della commissione agricoltura della Camera, e Dario Ginefra, coordinatore dei deputati pugliesi del PD, commentando i dati elaborati da Svimez nel Rapporto sull’economia del Mezzogiorno.
“L’inversione del trend economico, dopo circa un decennio di rilevazioni negative, e un tasso di crescita superiore alla media italiana sono anche il frutto delle politiche messe in campo dal Governo con lo stimolo e il supporto del Parlamento.
Agricoltura, agroalimentare e turismo, cioè le vocazioni economiche del Sud, insieme alla ripresa della spesa dei fondi comunitari, sono i settori su cui abbiamo investito energie e risorse puntando alla valorizzazione delle filiere – olivicola, cerealicola, vitivinicola – ed alla promozione commerciale delle eccellenze Made in Italy e dei territori in cui hanno origine.
La Svimez ci fornisce, anche, una bussola per orientarci nella programmazione della spesa alla vigilia dell’approvazione della Legge di Stabilità – concludono Mongiello e Ginefra – così da confermare l’attenzione al Sud e rafforzare la crescita e l’occupazione”.