Ieri mattina tanti palloncini gialli hanno colorato le vie del centro di Roma in occasione della marcia organizzata per il Giubileo dei detenuti per chiedere al governo e al Parlamento un provvedimento di amnistia. La marcia – intitolata a Marco Pannella e a Papa Francesco – ha registrato la partecipazione di centinaia di persone provenienti da tutta Italia e oltre 40 parlamentari.
Radicali, unione delle Camere penali e varie associazioni (Acli, Libera, Cgil, Anci), che hanno aderito all’iniziativa si sono dati appuntamento davanti il carcere di Regina Coeli per arrivare poi, in piazza San Pietro per l’Angelus del pontefice.
L’amnistia non è la soluzione definitiva di un problema per i Radicali, ma solo un passo verso un processo di riforma strutturale della giustizia. Ne sono convinti anche Riccardo Magi segretario nazionale di Radicali Italiani, Rita Bernardini e l’ex ministro Emma Bonino, presenti alla manifestazione di ieri.
In marcia era presente anche una delegazione dell’Associazione Radicale Mariateresa di Lascia di Foggia, presieduta da Norberto Guerriero. “Quella di ieri è stata una giornata importante che ha visto tutti noi radicali uniti sotto un unico obiettivo – confessa a l’Immediato il segretario foggiano -. La marcia non è stata un punto d’arrivo ma una tappa di un percorso iniziato tempo fa. Una battaglia per il miglioramento del sistema giudiziario italiano, partendo dai diritti degli ultimi. Abbiamo voluto ricordare ai politici e ai cittadini che l’amnistia non è un tabù o uno strumento antidemocratico, ma è il primo strumento necessario per iniziare a riformare la giustizia e superare i 3.400.000 processi penali pendenti e superare l’amnistia dei ricchi in quei processi che muoiono su prescrizione. Insieme a noi – continua a raccontarci Norberto Guerriero – hanno marciato i 517 detenuti foggiani che hanno aderito allo sciopero della fame testimoniando la loro vicinanza con una lettera in memoria del loro ‘leone della libertà’, Marco Pannella”.
Il cammino per i radicali foggiani e per Andrea Trisciuoglio segretario de LaPiantiamo Cannabis Social Cub, Anna Rinaldi e Matteo Ariano, tesoriere e presidente associazione radicale “Mariateresa di Lascia” ed Eva de Vito, in realtà è partito dalla Casa Circondariale di Foggia prima di giungere al carcere romano. Venerdì scorso, infatti, si è svolta la visita presso la struttura foggiana che registra dati allarmanti circa il sovraffollamento e scarse condizioni igienico-sanitarie.
“I dati rivelano che i detenuti attualmente sono 536 a fronte di una capienza regolamentare di 368, con un sovraffollamento pari al 153%, mentre il ministero ne dichiara il 105%. Oltre 250, invece, i detenuti in attesa di giudizio – ci spiega Guerriero. Scarso è anche il numero di coloro che si occupano del percorso di riabilitazione, solo cinque formatori per i carcerati in attesa di giudizio che sono trattati da condannati ed esclusi da tutte le attività. Anche la magistratura di sorveglianza, controllo ed ispezione delle celle è al collasso. I servizi igienici sono a vista mentre l’ambiente viene utilizzato anche come cucina” – ha aggiunto -.
Criticità della struttura che i radicali foggiani denunciano da anni, con la speranza di riportare legalità e miglioramento della vita negli istituti di pena. Torneranno nella Capitale, ancora una volta uniti, l’11 novembre, per consegnare alla Cassazione le 67.000 firme raccolte per la legalizzazione della cannabis.
Papa Francesco, da sempre fautore dei provvedimenti di clemenza, nell’Angelus domenicale ha auspicato in “un atto di clemenza” per tutti i carcerati, e ha rivolto un appello in favore del miglioramento delle condizioni di vita nelle carceri in tutto il mondo.