“Il presidente del Consiglio comunale Luigi Miranda ha deciso di mettersi al servizio della rattoppata maggioranza di cui è parte invece di garantire l’imparzialità e lo svolgimento ordinato e corretto delle riunioni dell’assemblea consiliare”. A dichiararlo, il capogruppo Pd al comune di Foggia, Alfonso De Pellegrino. “A renderlo evidente – prosegue – è la decisione di convocare un unico Consiglio comunale con un ordine del giorno composto da 116 punti invece di tradurre in pratica la volontà della Conferenze dei capigruppo di riunire l’assise in date differenti per smaltire l’enorme arretrato accumulatosi in questi mesi. Miranda, chissà in quali ‘stanze’ e chissà con chi, ha deciso di servire ai consiglieri e alla città un minestrone di argomenti, mettendo insieme tutto e il contrario di tutto. Una scelta che va ben oltre il limite della corretta dialettica istituzionale e delle prerogative. Il suo unico intento è stato agevolare la sgangherata maggioranza di centrodestra, servendole su un piatto d’argento una pressochè certa ‘seconda convocazione’ del Consiglio comunale che consentirà l’approvazione di delibere importanti, specie quelle in materia urbanistica, con la presenza di soli 11 consiglieri. È evidente che il presidente del Consiglio comunale abbia scelto di mettersi al servizio di chi gli ha consentito di ottenere quella poltrona e non dell’organismo che rappresenta e dei cittadini. Ne è l’ulteriore riprova la cancellazione dalla riunione fiume del Consiglio comunale della delibera di adozione del nuovo Statuto nonostante sia stato discusso e approvato dalla Commissione consiliare Regolamenti ormai un anno fa. Nella giornata di lunedì sarà mia cura portare all’attenzione del Prefetto questo guazzabuglio istituzionale nel tentativo di scongiurare l’ennesimo attentato alla credibilità e alla funzionalità dell’istituzione comunale”. Non si è fatta attendere la replica del presidente del Consiglio.
“È vero che il prossimo Consiglio Comunale ha all’Ordine del Giorno ben 116 accapi – ha spiegato -. Ma è vero anche che gli accapi dal 3 al 110 riguardano debiti fuori bilancio derivanti da sentenze, la cui iscrizione all’Ordine del Giorno è un obbligo. La consuetudine di inserire nella stessa seduta consiliare tutti i debiti fuori bilancio non è una novità, parte da lontano e non è riferibile all’attuale Presidenza del Consiglio. È oltremodo offensivo – dal punto di vista istituzionale oltre che personale – che mi si rimproveri ‘di essere al servizio della rattoppata maggioranza di cui è parte’. Il presidente del Consiglio – benché eletto dalla maggioranza – è super partes. In questi anni ho dimostrato con i fatti di essere garante scrupoloso delle prerogative del Consiglio Comunale e dei suoi componenti, in particolare di quelli di minoranza. Il comunicato del consigliere De Pellegrino, inoltre, mi stupisce – continua – perché lo stesso era presente ad una discussione a margine della conferenza dei capigruppo di lunedì scorso – andata peraltro deserta – durante la quale si è raggiunto un accordo di massima sullo svolgimento – in questo mese di novembre – di tre riunioni dell’Assise Consiliare. Il primo, mercoledì 9 p.v., dedicato al Documento unico programmatico pluriennale, iscritto prima della scadenza del 15 novembre prescritta dalla legge, proprio al fine di consentire la eventuale proposizione da parte dei consiglieri di emendamenti eventualmente discussi entro la data di scadenza per legge, e poi ai debiti fuori bilancio e ad altri argomenti in giacenza presso la presidenza. Il secondo, il prossimo 17 novembre, dedicato all’approvazione dei Regolamenti e Statuto, da me fortemente voluto ed ancora fermo per perplessità avanzate da componenti proprio della minoranza, per le quali e nel rispetto di tutti, si sta approfondendo in commissione regolamenti. Il terzo, a fine mese, dedicato interamente alle mozioni, interrogazioni e interpellanze, sempre prontamente da me iscritte, a prescindere da chi proposte, nel pieno e scrupoloso rispetto della legge e del regolamento comunale. Il consigliere De Pellegrino, a margine della citata conferenza dei capigruppo andata deserta, non ha mosso alcuna obiezione. Quindi le decisioni circa i lavori del Consiglio Comunale – sia pure in maniera informale – non sono state prese ‘in chissà quali stanze’, ma negli uffici della presidenza del Consiglio, previo accordo con i capigruppo presenti. Accordo, ripeto solo informale, perché legato alla mancata riunione della Conferenza dei capigruppo, andata deserta, a margine di un confronto che ho comunque fortemente voluto proprio per il mio spirito di collaborazione, nonostante la presenza della chiara potestà regolamentare del presidente di redigere l’ordine del giorno
Non mi si può certo rimproverare di essere parziale e di non essere terzo rispetto alla maggioranza, che pure mi ha eletto alla guida della massima assemblea cittadina. Nessun guazzabuglio, nessun compromesso, nessun attentato all’autonomia del Consiglio Comunale. Sarà mia cura rassicurare, legge e regolamento alla mano, il signor Prefetto circa la regolarità di ogni atto prodotto dalla Presidenza del Consiglio, di cui sono responsabile scrupoloso e irreprensibile. Il Consigliere De Pellegrino – continua – sia certo che il sottoscritto non è al servizio di nessuno. Non sono affatto attaccato alla poltrona, che posso lasciare in qualsiasi momento per dedicarmi esclusivamente alla professione che amo e che mi da soddisfazioni, e che ho intrapreso grazie ai miei sforzi e alle mie capacità personali, non come altri, invece, che hanno legato le proprie fortune professionali alla politica”.