Boschi a Foggia non risparmia D’Alema e rilancia: “Vi chiedo impegno personale per il sì”

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“Questo non è un voto sul premier Matteo Renzi, l’unico tentativo di personalizzazione della sfida lo leggo nella necessità dell’impegno di ognuno di voi, con i circoli, per far vincere il sì”. Non sono mancate le stilettate nei confronti di Massimo D’Alema (“ha offeso un’intera generazione dicendo che gli anziani voteranno sì perché non capiscono la riforma”) nell’intervento del ministro Maria Elena Boschi a Foggia, nella sala gremita di Palazzo Dogana. Un luogo che ha sollevato qualche ironia, proprio in virtù della soppressione degli enti intermedi prevista dalle modifiche sulle quali si espireranno gli italiani il prossimo 4 dicembre.

Nel tour pugliese (il secondo appuntamento di ieri è stato a Bari), il ministro ha rivendicato le scelte nel percorso di modifica della seconda parte della Costituzione, cimentandosi in un monologo che ha raccolto applausi. Non è mancata la polemica, per via della scelta della Boschi di “evitare” i giornalisti, scegliendo di entrare da un ingresso secondario e rifugiandosi nella sala del presidente, Francesco Miglio. Sui social, invece, si è sollevato il coro del “no” al referendum, confermando le indicazioni nei sondaggi che danno in vantaggio la scelta negativa degli italiani. “E’ il banco di prova per decidere se ripartire dopo 30 anni di immobilismo”, ha chiosato il ministro nell’incontro al quale hanno partecipato il sottosegretario Ivan Scalfarotto, il segretario pugliese del Pd Marco Lacarra e l’assessore al Bilancio Raffaele Piemontese.

“La riforma Boschi – ha affermato Piemontese – affronta efficacemente alcune fra le maggiori emergenze istituzionali del Paese modificando, senza stravolgerla, la Costituzione per ottenere il miglioramento dell’efficienza delle istituzioni e la riduzione dei suoi costi. Il superamento del bicameralismo perfetto e la previsione del Senato delle Regioni e delle Autonomie locali, la razionale riorganizzazione delle competenze di Stato e Regioni, la decostituzionalizzazione delle Province e la cancellazione del CNEL sono i punti nodali della riforma, insieme al rafforzamento dello strumento referendario e della parità di genere.
La riforma si propone di rendere meglio attuabile nelle odierne condizioni il disegno tracciato dai costituenti 70 anni fa, muovendosi nel solco dei principi che furono alla base della nascita della Repubblica italiana e che sono la linfa vitale del cambiamento avviato dal PD e dal Governo Renzi”. All’incontro è intervenuta anche Confindustria, con il presidente Gianni Rotice e con il rappresentante dei giovani, Nicola Altobelli.