Aggredito mentre si recava, come ogni giorno, sul posto di lavoro. Angelo Apicella è una figura storica del quartiere ferrovia di Foggia. Dal 1998 è titolare dello studio omonimo in via Isonzo che condivide con la figlia Roberta. “Ma dal 2010 – ci dice lo stesso medico – la situazione della zona è precipitata”. Fino all’aggressione di giovedì scorso, quando intorno alle 9 di mattina un giovane, forse rumeno, lo ha aggredito in ascensore per strappargli il portafogli. Tentativo di rapina fallito in quanto la vittima non aveva i documenti nella solita tasca ma in una busta. Lo spavento, però, è stato notevole e la figlia Roberta ha dovuto accompagnare il padre in ospedale per una crisi cardiaca. Oggi Angelo Apicella sta meglio e a l’Immediato ha raccontato la vita nel quartiere ferrovia.
“La sera alcuni cittadini stranieri si avvicinano mentre entro in auto per tornare a casa. Mi chiedono 5 euro, io cerco di evitarli e loro mi danno appuntamento alla mattina successiva. Questo di solito avviene quando parcheggio in via Podgora”. Il rammarico in Apicella è grande ripensando a quel quartiere 20 anni fa. “All’inaugurazione di questo palazzo nel 1998 venne persino Valeria Marini. Questo era un quartiere di lusso e noi continuiamo a pagare le tasse come se lo fosse ancora. Ma non è così. Tutta la zona era una perla ma oggi la gente vive nel terrore. Noi stessi abbiamo perso clientela. Anche i pakistani si lamentano. Loro sono brave persone, ben integrate. Subiscono come noi le angherie quotidiane”.
Negozi sempre aperti e animali sgozzati
“Ci sono attività che non chiudono mai. Alcune sono dormitori per migranti. Il problema si sta estendendo a macchia d’olio. In via Piave ha aperto l’ennesima lavanderia a gettoni, luogo dove alcuni stranieri probabilmente soggiornano anche durante le ore notturne”. La Apicella ci rivela un caso riguardante un condominio sempre in via Piave: “Nel cortile interno all’edificio, i titolari di una macelleria araba uccidono animali, soprattutto polli e conigli. I condomini sono costretti a sentire lo strido di quelle povere bestie in qualsiasi momento della giornata. Sulla vicenda è già stata presentata denuncia ma finora nessuno è intervenuto. Dove sono le istituzioni? Dove è l’Asl?”
Anche “Merli” cambia casa
Lo storico negozio del viale della stazione “Merli” si sposta. Dalla zona nei pressi del piazzale Vittorio Veneto all’angolo vicino piazza Cavour. “Sono stati costretti visto il continuo giro di prostitute davanti alla vecchia sede”, ci spiega il dottore Apicella. L’associazione “Amici del Viale”, costituita pochi mesi fa, chiede una moratoria del commercio e una maggiore presenza dello Stato. “Il sindaco Landella ci sta aiutando, così come l’assessore Amorese. Entrambi stanno facendo il possibile ma il loro potere è limitato. Noi chiediamo l’intervento di prefetto e questore, la presenza dei vigili (dotati di uno spray al peperoncino) non basta. Certo la polizia municipale è molto presente. Alcuni agenti si trattengono in zona per ore, per questo voglio ringraziare il tenente Frattulino“.
Ex albergo casa di appuntamenti
Altro caso è quello della struttura ad angolo tra via Piave e via Podgora: “Un vecchio albergo ora ritrovo per ubriachi ma anche casa di appuntamento. Se le forze dell’ordine facessero un blitz troverebbero l’ira di Dio“, dice Roberta Apicella. “Questo quartiere è una bomba ad orologeria, una casbah per delinquenti. Saremmo anche in grado di indicare i soggetti più pericolosi. Molti giungono alle ore 15 in autobus dal Cara e ci restano fino a tarda sera, vendendo roba recuperata dai cassonetti dell’immondizia sui marciapiedi del quartiere”.