Sta facendo discutere il furto delle ostie consacrate nella chiesa Santa Maria della Croce, in viale della Stazione, angolo con via Montegrappa, a Foggia. Stamattina, il parroco don Bruno Pascone, ha denunciato l’accaduto ai carabinieri. Ignoti sono entrati facilmente per via delle porte aperte, andando dritti verso il tabernacolo. Grazie alla chiave già inserita nella serratura, i malfattori hanno prelevato una pisside, oggetto liturgico usato per conservare le ostie consacrate dopo la celebrazione eucaristica, e una teca in metallo. Tutti oggetti di scarso valore che tenderebbero ad escludere l’ipotesi del furto scaturito da disagio economico dell’autore. Per questo, secondo gli investigatori, potrebbe prendere corpo la pista che porta alle messe nere. Sarebbe questa, infatti, l’ipotesi più accredita. Difficilmente si può parlare di classici ladri in quanto non hanno portato via nulla né in chiesa né in sacrestia.
Gli autori dello strano furto potrebbero essere satanisti che intendono usare le ostie per le messe nere. Le sette sataniche, infatti, cercano continuamente di procurarsi le ostie consacrate, a volte fingendo di ricevere la comunione per poi metterle da parte, altre volte, come in questo caso, rubandole o commissionando il furto. Il caso, intanto, ha scosso la comunità. Il vescovo Pelvi si è detto molto rattristato definendo l’episodio “un macabro gesto”. “Preghiamo anche per il cuore degli autori; invochiamo la conversione e il rimedio spirituale – ha detto il monsignore -. Chiedo a tutti di rimanere maggiormente uniti in preghiera domenica 25 settembre, quando, alle ore 12, presiederò la Santa Messa nella Parrocchia di Santa Maria della Croce. Con il cuore gonfio di tristezza, ma ancor più traboccante di Fede nella potenza della preghiera, Vi ringrazio”.
Il sospetto che dietro al furto possano esserci gli adoratori di Satana è avvalorato da alcuni casi di cronaca avvenuti nel Foggiano negli ultimi anni. Il più emblematico nel 2013, quando una messa nera venne “disturbata” nella notte dalle guardie zoofile e dagli agenti di polizia nel bosco Incoronata. L’intervento delle forze dell’ordine mise in fuga alcune persone verosimilmente coinvolte in un rito satanico. In quel luogo vennero ritrovati un lumino acceso, un panno verde con una croce bianca, un vassoio con tracce di sangue e i resti in decomposizione di un animale.
Un macabro ritrovamento a poche centinaia di metri dal santuario della Madonna nera che ogni anno viene visitato da un milione di pellegrini e fedeli provenienti da tutto il mondo. Alcune guardie zoofile erano impegnate in un servizio di pattugliamento per la prevenzione incendi, quando la loro attenzione fu richiamata da un lumino acceso. La luce proveniva da una delle aree del boschetto dell’Incoronata destinate ai pic-nic, situata a mezzo chilometro circa dall’ingresso del santuario. Sul posto intervenne anche una pattuglia della volante e la scientifica per una serie di rilievi. Vicino al lumino fu trovato un panno verde con una croce bianca ed un vassoio dove c’erano tracce di sangue e i resti di un animale in avanzato stato di putrefazione tanto da renderne difficile il riconoscimento.
Altre tracce di riti satanici e messe nere spuntarono anche qualche anno prima: basti pensare agli strani disegni ritrovati in un’abbazia sconsacrata sul Gargano e ad alcuni ai teschi rinvenuti vicino Margherita di Savoia.