La giunta regionale pugliese ha autorizzato l’avvio del procedimento di alienazione del “Centro pilota per lo sviluppo integrato del turismo in Puglia” di Vieste, località “Baia dei Campi”, una delle tante opere incompiute del Mezzogiorno e finora indicato come un vero e proprio ecomostro, costruito tra gli anni ’80 e ’90. 60 mila metri cubi di cemento abusivo di proprietà della Regione, nel cuore del Gargano. Un bunker cementizio firmato dall’architetto Paolo Portoghesi che fece tabula rasa di pini d’Aleppo e ulivi. Il reato di alterazione di bellezze naturali fu acclarato definitivamente dalla Cassazione nel 1996 respingendo il ricorso dell’ex assessore Alberto Tedesco (poi senatore finito agli arresti per gli scandali sanitari).
Il complesso dista circa 10 chilometri dal centro abitato, con accesso diretto dalla S.P. 53 “Mattinata- Vieste”. Si tratta di una struttura di forma ottagonale con corte interna. Il bene immobile, il cui attuale stato di conservazione è da considerarsi piuttosto scadente, si compone di diversi corpi di fabbrica, differenziati sia architettonicamente che funzionalmente: il centro è disposto su tre piani oltre il seminterrato comprendente la zona albergo, con 171 camere doppie e relativi servizi. C’è anche la scuola alberghiera e alloggi per il personale, con piano terra a porticato comprendente 25 camere singole e 35 doppie.
E ancora, la hall dell’albergo, portineria, sala, guardaroba, due locali a uso boutique, salone parruccheria, locale telefonico, sala conferenza, sala ristorante con 400 posti e servizi igienici. Un complesso comprendente, inoltre, una lavanderia industriale di 700 metri quadri circa, la zona cottura/preparazione cibi, magazzini con celle frigorifere, servizi generali, garage, spogliatoi e servizi.
L’area scoperta della superficie complessiva di circa 36.100 metri quadri presenta un impianto di illuminazione, di irrigazione ed è destinata a percorsi pedonali, viabilità, parcheggio e aree di manovra oltre a due piscine. Non manca l’area sport con due campi da tennis e aiuole delimitate da cordoli in pietra. Infine, l’impianto di depurazione composto da locale macchine, locale tecnico e vasche.
Il prezzo a base d’asta fissato dall’Agenzia delle Entrate – Ufficio provinciale del territorio di Foggia è pari a 9.400.000 euro. “Le offerte segrete in aumento – fanno sapere dalla Regione Puglia -, devono essere presentate, a mezzo raccomandata del servizio postale ovvero a mano con foglio di ricevuta in duplice copia da far sottoscrivere al ricevente, entro il termine di 45 giorni dalla pubblicazione dell’Avviso di vendita con relativi allegati sul Bollettino Ufficiale regionale (Burp) e, contestualmente, sul sito telematico istituzionale nella sezione URP oltre che sulla piattaforma telematica www.empulia.it“.
Il bene ricade nel vigente strumento urbanistico di Vieste, “in zona territoriale omogenea: TE – Zone turistiche esistenti”. “L’immobile viene alienato a corpo e non a misura, nello stato di fatto e di diritto in cui si trova, compresi eventuali oneri attivi e passivi, servitù continue e discontinue, apparenti e non apparenti”, informano dalla Regione.