I dati Istat inchiodano la Puglia. La nostra regione è al quarto posto in Italia per presenza di giovani “né né”, abbreviazione che indica persone non impegnate nello studio, né nel lavoro e né nella formazione. Sono detti anche “Neet”, acronimo inglese di “Not (engaged) in Education, Employment or Training”. “L’Italia – si legge nell’approfondimento del Corriere della Sera – ha il triste primato europeo dei giovani tra i 15 e i 29 anni che non studiano, non lavorano e non sono impegnati in un corso di formazione. Parte di loro – un milione su 2,3 totali – compare alla voce “disoccupati” ed è disponibile dunque a iniziare un lavoro nelle successive due settimane. Sono 700 mila – sempre secondo le classificazioni statistiche – “le forze di lavoro potenziali”, le persone che nelle ultime 4 settimane non hanno cercato lavoro ma sono mobilitabili a breve, infine ci sono gli “inattivi totali” che raggiungono quota 600 mila”.
Eppure i Neet non stanno proprio con le mani in mano. Alcuni sono impegnati nel volontariato, altri sono assidui frequentatori di palestre, altri ancora sono tifosi ultrà. Infine c’è chi “lavoricchia” tra stage formativi, attività di baby sitter o pulizie. Poco o nulla che faccia curriculum, insomma. “Per finanziare i suoi corsi, attività e tornei – si legge nell’inchiesta del Corsera – il Neet attinge alla paghetta dei genitori (che si chiama così anche nell’era di Facebook) e finisce per prolungare la condizione adolescenziale. È vero che le palestre fanno a gara nell’offrire abbonamenti a prezzi stracciati, mentre nell’ambito del tifo organizzato i gruppi giovanili spesso operano come piccole ditte, ricevono ingaggi per servizi e piccoli lavori che ridistribuiscono al loro interno per finanziare trasferte, ingressi allo stadio e coreografie”.
C’è poi un’altra tribù dei Neet, quella dei già laureati, potenzialmente più occupabili ma ingabbiati anche loro. I numeri dicono che su 10 giovani Neet uno è laureato, 5 sono diplomati e 4 hanno al massimo la licenza media.
Ma veniamo ai dati regionali. Il triste primato va alla Sicilia con ben il 39,7 % di giovani Neet tra 15 e 29 anni. Segue la Campania con il 36,4%, terza la Calabria ferma al 35,6%, quarta la Puglia con il 34,1%, Sardegna quinta al 31,8%. La regione più virtuosa è il Trentino Alto Adige con appena il 13,3% di giovani né né.