Con l’audizione del Procuratore antimafia di Lecce, Cataldo Motta, ha preso avvio l’iter legislativo della proposta di legge “Istituzione di una Commissione d’indagine e di inchiesta sulle infiltrazioni mafiose e della criminalità organizzata nel territorio regionale ed in particolare sul cosiddetto fenomeno eco-mafioso” (a firma dei consiglieri regionali del gruppo consiliare M5S), congiuntamente alla proposta di legge istitutiva di una “Commissione speciale di studio e di indagine per la promozione della cultura della legalità ed il controllo o forma di attività corruttiva” sottoscritta dal consigliere regionale Sabino Zinni (ESdP), entrambe assegnate in sede referente alla VII Commissione consiliare presieduta da Saverio Congedo. L’affinità dei temi trattati ha imposto l’esame congiunto di entrambe le proposte di legge per le quali è prevista una seconda seduta di audizioni (calendarizzata per giovedì 7 luglio), a cui ha confermato la presenza il Procuratore della DDA presso il Tribunale di Bari, Giuseppe Volpe. La fase delle audizioni si concluderà con il contributo dei Presidenti delle Unioni delle Camere Penali, mentre ai lavori della commissione sarà invitato a partecipare il responsabile della Sezione Sicurezza al Cittadino, Politiche per l’Immigrazione ed Antimafia Sociale istituita ad inizio legislatura presso la Presidenza della Giunta Regionale.
All’audizione di Motta, hanno assistito il Presidente del Consiglio Regionale, Mario Loizzo, ed il Vice Presidente della Regione Antonio Nunziante. Controllo della correttezza delle procedure amministrative e verifica della situazione emergenziale in tema ambientale sono le finalità a cui tende la proposta di legge a firma del M5S illustrata dal consigliere regionale Grazia Di Bari, mentre il consigliere regionale Sabino Zinni ha spiegato come l’impostazione della proposta legislativa da lui sottoscritta si sforza di mantenersi nel perimetro regolamentare, assegnandole compiti conoscitivi dei fenomeni criminali e di corruzione commessi in Puglia.
Il Procuratore della DDA di Lecce ha definito meritoria l’iniziativa che il Consiglio regionale ha assunto nel dare un contributo legislativo che aiuta a percepire intensità e conseguenze dell’attività che in Puglia viene esercitata dalla criminalità organizzata. “Il momento è tale che la logica preventiva va privilegiata rispetto alla repressione” – ha detto Motta che ha poi rilevato come “nonostante il rigore della risposta fornita da magistratura e Forze dell’Ordine, il percorso della criminalità si sia riprodotto ed evoluto nel tempo sino ad assumere connotati di una vera e propria mafia”, acquisendo quindi caratteristiche molto simili, ad esempio, a quella calabrese. E qui ha sottolineato anche il carattere “sociale” con cui essa si manifesta, mediante l’elargizione di piccole contribuzioni per il sostentamento economico, impegnandosi nella ricerca di lavoro, spingendo gli imprenditori a chiedere autonomamente protezione come avviene – ad esempio – per gli operatori delle strutture balneari salentine che alla criminalità organizzata affidano servizi di guardiania. Una mafia che privilegia un modus operandi simile ad un welfare sociale fa pensare al Procuratore della DDA di Lecce come sia necessario privilegiare il percorso della prevenzione rispetto a quello della repressione. “Se il fenomeno ha caratteristiche sociali il carcere non basta più, è necessario uno strumento che agisca nella sfera della società” ha detto, aggiungendo che “una impostazione culturale promossa dal legislatore regionale è importante e può essere particolarmente utile perché il momento è favorevole”. Al dibattito hanno partecipato i consiglieri regionali Fabiano Amati, Andrea Caroppo, Sergio Blasi, Antonella Laricchia e Paolo Pellegrino.
Congedandosi con la Commissione, Motta si è impegnato a fornire un contributo alla proposta legislativa che la stessa Commissione elaborerà, partendo dai due testi presentati. “Il risultato finale – ha concluso – può essere interessante e costruttivo nel momento in cui la norma sul piano conoscitivo fornisce elementi che aiutano il cittadino”.
Reazioni dal consiglio regionale
“Avevamo depositato la nostra proposta di legge per l’istituzione di una commissione Antimafia già da novembre 2015, la commissione arriva a parlarne, ad ogni modo meglio tardi che mai”, – lo dichiarano gli otto consiglieri regionali M5S a margine dell’audizione di questa mattina del procuratore Cataldo Motta. “Il contrasto alla criminalità organizzata e il rispetto per la legalità sono tra le stelle polari del programma politico del Movimento 5 Stelle. Siamo lieti che nel corso dell’audizione di questa mattina anche il procuratore Motta abbia speso parole di elogio nei confronti della nostra proposta. Oggi anche i partiti sembrano essersi accorti della necessità di discutere la problematica anche se, forse per non lasciare la paternità di questa commissione al M5S, hanno preferito depositare una nuova proposta anzichè limitarsi semplicemente ad emendare la nostra. Ad ogni modo il nostro obiettivo rimane il bene del territorio, quindi se per vedere realizzata l’idea di questa commissione sarà necessario, venendo incontro alle richieste dal procuratore, accorpare le due proposte noi siamo disponibili purchè, come richiesto nella nostra proposta antimafia e come ribadito nel corso dell’audizione, si mantenga un focus sugli ecoreati”.
Nel corso del suo intervento il procuratore Motta ha ribadito la necessità, per contrastare i fenomeni mafiosi, di un intervento non solo giudiziario ma anche e soprattutto a livello sociale e culturale.
“Una integrazione che ci sentiamo di appoggiare in pieno – concludono i cinquestelle – ma non sembra dello stesso avviso il governo centrale che invece ritiene opportuno tagliare fondi alla cultura e alla scuola”.
“Le parole condivisibili e puntuali del procuratore Motta, al quale rivolgo il mio più sentito ringraziamento, ci spingono a fare meglio e a unificare le due proposte di legge per l’istituzione di una commissione regionale d’inchiesta sui fenomeni mafiosi. Perché, come ha ripetuto più volte lo stesso procuratore, in questa fase è soprattutto importante fare prevenzione per debellare quel ‘consenso sociale’ di cui talvolta, in diversi settori della nostra economia, godono le organizzazioni criminali”.
Lo dichiara il presidente della Puglia con Emiliano, Paolo Pellegrino, che questa mattina ha partecipato all’audizione in VII Commissione regionale del procuratore della Repubblica della Direzione Distrettuale Antimafia del Tribunale di Lecce, Cataldo Motta.
“È necessario – spiega Pellegrino – rompere questa logica criminale non solo con la mera repressione, ma con un’intesa attività culturale di prevenzione e di formazione. Il procuratore ha fatto riferimento ad esempio a settori ben precisi, come quello edile e ricettivo, nei quali spesso le organizzazioni criminali sottraggono risorse all’imprenditore di turno aggiudicandosi servizi e posti di lavoro. Per questo le due proposte di legge istitutive devono essere unificate per la costituenda commissione d’inchiesta su mafia e attività corruttive, che dovrà tenere dentro non solo la lotta ai reati ambientali, che deturpano le bellezze paesaggistiche e naturali non del Salento e di tutta la Puglia, ma tutti quei comportamenti corruttivi che minano il leale patto sociale tra cittadini, istituzioni e magistratura”.
“Per questo – conclude Pellegrino – è necessario sensibilizzare i cittadini alla cultura della legalità e una commissione regionale d’inchiesta può facilitare il dialogo”.
“L’istituzione di una commissione Antimafia non può che trovarci favorevoli, ma la domanda è: prima di istituire nuovi organismi a presidio della legalità e della trasparenza nei settori affini alle attività amministrative, perché quelli già esistenti risultano non pervenuti?”. Così il presidente del Gruppo consiliare di Forza Italia, Andrea Caroppo, dopo l’audizione di oggi in VII Commissione consiliare del procuratore Motta.
“Infatti – prosegue – all’interno del Gabinetto della Presidenza della Giunta regionale, Emiliano ha costituito una sezione specifica ‘sicurezza del cittadino e antimafia sociale’, diretta da Stefano Fumarulo. Ad oggi, però, non abbiamo alcuna notizia sulla vitalità operativa di questa sezione e vorremmo avere lumi da Emiliano a riguardo. Siamo convinti, tuttavia, al netto di incarichi dal sapore più politico che tecnico, della necessità di istituire una Commissione permanente che vigili e controlli su tutti filoni ‘sensibili’, così come è accaduto nelle scorse legislature”.
“Anche perché, come ha giustamente rilevato il procuratore Capo – conclude Caroppo – l’azione di contrasto a fenomeni illegali non può esaurirsi nella repressione, ma va integrata con interventi di natura preventiva”.
“L’audizione in commissione del Procuratore della Direzione distrettuale antimafia di Lecce Cataldo Motta – ha commentato il Presidente del Gruppo consiliare Popolari, Napoleone Cera -, ha consentito di tracciare un quadro completo sul sistema criminale nel Salento e in Puglia, specificando meglio i rischi che possono esserci nel rapporto tra organizzazioni mafiose e politica, specie nella gestione del territorio e nella sua rappresentanza istituzionale.
Il tema non è più quello di un fenomeno mafioso legato alle tradizionali forme di business criminale, ma alla sempre più difficile separazione tra interessi mafiosi e attività delle istituzioni locali, come ha ricordato anche il presidente dell’Anac, Raffaele Cantone, nella sua recente visita a Bari.
Occorre, quindi, evitare l’adesione tra interessi criminali e politica e la loro rappresentanza nelle istituzione. Se nel 2016 la Puglia è finita più volte sotto la lente d’ingrandimento della commissione parlamentare antimafia e della procura nazionale, significa che la questione è molto più complessa e radicata nel territorio regionale di quanto si creda.
Del resto anche lo stesso presidente Emiliano nella sua audizione del febbraio scorso aveva posto l’accento sulla legittimazione, attraverso la politica, delle organizzazioni criminali, anche nella gestione di attività in apparenza minori, come nella provincia di Foggia il fenomeno del caporalato (piaga purtroppo comune a molta parte del mondo agricolo regionale) che richiede il comune intervento delle istituzioni, magistratura, forze dell’ordine e associazioni di categoria per evitare lo sfruttamento della manodopera che spesso è l’anticamera di attività illegali più strutturate nel territorio pugliese.
Abbiamo l’obbligo di mettere fine a situazioni di tolleranza che non fanno bene al territorio. Così come abbiamo il dovere di affrontare in modo serio il tema della lotta al fenomeno mafioso. Non c’è bisogno di protagonismi o di recitare la parte degli immacolati, pronti ad attaccare chi ha un’idea diversa sul modo di affrontare la lotta alla criminalità (penso ad esempio non solo al sostegno educativo ma anche a quello dei familiari delle vittime della mafia, peraltro prevista nella legge antimafia pugliese). Su questi temi non occorre dividerci, ma collaborare in modo costruttivo.
Le audizioni in commissione regionale non possono servire per fare inutili e sterili polemiche, esaltando la bontà delle proprie proposte, non rendendosi conto che potrebbero scatenare conflitti di attribuzione tra Stato e Regione, magari dimenticandosi quanto è già stato realizzato in precedenza e le attività poste in essere dal governo regionale. In questo senso la proposta di legge presentata sulla istituzione di una commissione antimafia, a mio parere, è più completa, più strutturata e meno demagogica di quella del Movimento Cinque Stelle, ma soprattutto è più condivisa e più adatta a realizzare una vera conoscenza del fenomeno criminale in Puglia, partendo da quello che finora è stato prodotto dalle istituzioni regionali e dagli strumenti legislativi a disposizione”.
“Le parole espresse oggi da Cataldo Motta, confermano che avevamo visto giusto sull’opportunità di costituire una Commissione regionale d’inchiesta sul contrasto alla Mafia”. Lo ha dichiarato il consigliere Regionale del Partito Democratico, Marco Lacarra a seguito dell’audizione del Procuratore della Repubblica della Direzione Distrettuale Antimafia del Tribunale di Lecce avvenuta questa mattina in VII Commissione.
“Esprimo inoltre grande soddisfazione perché i suggerimenti di natura tecnica avanzati da Motta – continua Lacarra – che hanno trovato larga condivisione tra tutti i componenti della Commissione, ci consentiranno di integrare le due proposte di Legge attualmente in campo, una della maggioranza ed una dell’opposizione, perché la cosa più importante è il raggiungimento dell’obiettivo”.
“In questo senso – conclude Lacarra – faccio mio l’invito del dr. Motta a non circoscrivere il compito della commissione d’inchiesta ai soli reati associativi legati all’ambiente, e cioè le cosiddette Eco-mafie, ma ad allargare l’attività a tutti i reati mafiosi”.