“I lavoratori del Don Uva si rivolgono a Papa Francesco chiedendo una sua intercessione perché si faccia chiarezza sugli innumerevoli misteri che avvolgono la vendita del Don Uva”. Ad annunciarlo, il sindacalista Usppi Massimiliano Di Fonso. “La procedura, iniziata nel 2014 e che teoricamente si sarebbe dovuta chiudere con la presentazione delle offerte vincolanti il 12 febbraio 2016, è ancora aperta senza che nessuna informazione ufficiale sui papabili acquirenti, trapeli. Non vi è conoscenza alcuna sulla solidità e affidabilità delle aziende che hanno fatto l’offerta, nonché sulla consistenza di queste proposte e sul piano industriale comunicato ai lavoratori. Perché questi misteri? Perché questi ritardi? Perché le buste contenenti le offerte non sono state aperte e lette pubblicamente?”.
Sulla lettera a Papa Francesco, Massimiliano Di Fonso Segretario provinciale del sindacato Usppi ha il sospetto e la forte preoccupazione che “dietro questa mancanza di trasparenza vi siano occulti progetti, sull’acquisizione con addirittura fondi di investimento Arabi in qualche società“. “Il sospetto – continua – è stato alimentato più volte dagli stessi stakeholders che in più occasioni hanno dichiarato l’esistenza di un fondo d’investimenti Arabo-inglese non meglio precisato. La possibilità che l’ente ecclesiastico fondato nel 1922 da Pasquale Uva, ispirato da Dio e animato da spirito evangelico, possa passare in mani islamiche interessate solo a una speculazione internazionale e non a continuare l’opera del suo fondatore, caritatevole verso i Folli, e responsabile verso i lavoratori. Pertanto i lavoratori chiedono un intervento diretto di Papa Francesco, ormai unico difensore della Cristianità più autentica ispirata direttamente da Gesù e da San Francesco. Anche la mancanza del mantenimento degli attuali posti di lavoro – prosegue -, a scadenza della garanzia prevista dal bando, il prosieguo delle attività sanitarie, ed anche delle competenze in campo sanitario, sociosanitario e assistenziale di taluni partecipanti e la presenza di società operanti in alta Italia addirittura in campo immobiliare lasciano presagire che alla fine dei vincoli, il Don Uva possa essere smembrato e denaturato con fini non meglio identificabili. Per tutto questo – conclude – i lavoratori chiedono di avere accesso alle carte secretate, e conoscere la reale composizione societaria presente e futura delle aziende interessate all’acquisto del complesso aziendale del don Uva e che il commissario garantisca realmente gli interessi del Don Uva, dei pazienti ricoverati e dei lavoratori tutti”.
Lettera al Papa
Sua Santità,
I lavoratori del Don Uva in amministrazione straordinaria Le chiedono di intervenire e far luce su un episodio sconcertante e preoccupante per chi, come noi, è fedele ai principi della Chiesa Cattolica e teme che per i suo valori.
Esiste forte e motivato il sospetto che direttamente o indirettamente sia presente tra coloro che hanno presentato offerta vincolante per l’acquisto del complesso di proprietà delle Ancelle della Divina Provvidenza, un fondo di investimenti Arabo.
Non è tollerabile che i principi Cristiani, fondamento ed essenza dell’opera di Pasquale Don Uva che nel 1922 ha fortemente voluto questa struttura dedicata al sollievo ed alla sofferenza dei Folli, al disagio dei più deboli, possano trasformarsi sotto l’egida della Religione islamica in qualcosa di diverso o in una mera operazione speculativa.
Il muro di silenzio intorno a questa vicenda, i documenti secretati, la totale mancanza di informazioni e trasparenza nella gestione di questa vendita sono fonte di preoccupazione estrema per gli oltre 1250 lavoratori e per le migliaia di persone che quotidianamente, nonostante le difficoltà economiche, trovano conforto e cura nella nostra stuttura.
Ormai non ci fidiamo più di nessuno. L’unica speranza è nella Sua attenzione a questa vicenda e nell’aiuto del Signore affinché il suo intervento possa far luce su quanto di mistico ed occulto accade nella vendita delle opere di chi ha dedicato la sua vita per i Folli e per i bisognosi di carità.
I Lavoratori delle opere di Don Pasquale Uva