“Fammi salutare il sindaco di San Giovanni”. Uno dopo l’altro i colleghi si avvicinano per abbracciarlo in Tribunale, per fortuna Leonardo Maruzzi non è scaramantico. Il candidato sindaco sostenuto dal Pd nella città di San Pio dice di essere espressione della “società civile” (definizione abusata negli ultimi anni). Finora non ci ha mai messo la faccia, pur avendo sostenuto Francesco Bertani alle amministrative del 2011. A spuntarla, quella volta, fu Luigi Pompilio, sindaco uscente allora supportato da una corazzata di liste. “Dalle sue ceneri è nato il mio oppositore, Costanzo Cascavilla – spiega l’avvocato -, sostenuto da un nutrito gruppo di ex sostenitori del sindaco uscente. Io al posto suo avrei lasciato, non gli avrei permesso di ricostruire sulla scia del mio fallimento. Il Pd è con me, dall’altra parte c’è una squadra trasversale, che tiene dentro il ‘potere’ economico della città, mentre io i voti li andrò a prendere tra la gente più in difficoltà, e vi assicuro che è una parte importante…”.
Sullo sfondo continua ad esserci il ruolo di Salvatore Manigiacotti, più volte bacchettato da Raffaele Piemontese e Michele Emiliano per non aver “staccato la spina” a Pompilio. Parte dell'”intrigo” si è trasferito all’interno delle liste di Cascavilla, che secondo le previsioni se la vedrà al ballottaggio con Maruzzi, con l’incognita M5S (Federico Fiorentino) ed il ruolo ancora attivo del sindaco uscente. “Per la prima volta abbiamo tutta la filiera del Pd con noi – spiega Maruzzi – dal governatore Michele Emiliano, al premier Matteo Renzi sino all’Europa con Elena Gentile. Abbiamo bisogno di attrarre risorse, perché ormai San Giovanni è un deserto per i giovani, che continuano ad andar via”.
Figlio di un imbianchino, con due fratelli medici a Casa Sollievo della Sofferenza e un ruolo importante all’interno della Bcc, Maruzzi sta provando ad “abbattere le vecchie logiche politiche, quelle degli accordi trasversali per arrivare all’obiettivo”. Con l’economia turistica ai minimi storici (molti degli alberghi realizzati nella fase d’oro sono chiusi), restano pochi avamposti. “Ci sono questioni importanti da risolvere, come la partita dei rifiuti ed il controllo degli appalti – chiosa il legale -, applicheremo la carta di Pisa per evitare ogni possibile devianza corruttiva e proveremo a dare una risposa ai giovani che vorranno rimanere nella loro terra”.
Se si votasse in tribunale, “Nardino” avrebbe già vinto. Ma la partita, in uno dei comuni più importanti della Capitanata, sarà piuttosto lunga ed ardua. Magari si deciderà in “appello”, dopo il 5 giugno. Con l’ago della bilancia – chissà – spostato proprio da Pompilio.