Confermate tutte le condanne (eccetto una) del processo “Black Land”. In appello (ieri si è tenuta la camera di consiglio sino a tarda sera) è stata confermata la linea dei magistrati, compresa la parte del risarcimento per i comuni che si sono costituiti parte civile: 20mila euro per Cerignola, Apricena, Ordona, Carapelle e Trani. Adesso però arrivano i problemi. Sì perché non sembra esserci alcuna possibilità per la bonifica di circa 285mila tonnellate di rifiuti indifferenziati”. “Siamo soddisfatti a metà – commenta l’avvocato Iaia Calvio, rappresentate del comune di Ordona -, perché i condannati non hanno alcuna possibilità di sostenere i costi della bonifica, che ammonterebbero a svariati milioni di euro. Le risorse dovrebbero essere anticipate dai comuni, che tuttavia non ne hanno la possibilità finanziaria. Dunque, per molto tempo rimarranno nel sottosuolo centinaia di tonnellate di rsu, caratterizzando negativamente l’immagine di un territorio con evidenti contraccolpi economici e sulla percezione della salubrità della terra nei cittadini”.