Pene lievi per lo scandalo dei rifiuti interrati in Capitanata. La sentenza su “Black Land” pronunciata stamattina, ha portato alle condanne di tutti gli indagati tranne l’autotrasportatore Francesco Di Leno e l’amministratore della Edil C, Giuseppe De Nittis (scomparso nel nulla nei giorni successivi all’inchiesta). Risarcimento provvisionale di 20mila euro a tutti i Comuni che si erano costituiti parte civile. Si tratta di Cerignola, Apricena, Ordona, Carapelle e Trani.
Il Tribunale ha anche ordinato l’immediato ripristino dei luoghi. 3 anni, 9 mesi e 10 giorni a Gerio Ciaffa che ha comunque subito uno sconto rispetto ai 4 anni e 6 mesi chiesti dal pm. Ciaffa gestiva, di fatto, la Edil C e la PL Trasporti concorrendo nel traffico illecito. In particolare controllava il trasferimento di rifiuti speciali, senza autorizzazioni, destinati ad essere sversati e poi interrati in una cava a disposizione della Edil C. Centrale nella vicenda il suo rapporto con il responsabile della Biocompost di Bisaccia (Av), azienda che invece di compostare i rifiuti li spediva a Ordona per seppellirli, intascando profitti illeciti per lavori mai eseguiti.
Le altre condanne: 2 anni e 4 mesi a Giuseppe Zenga. 2 anni, 6 mesi e 20 giorni a Giuseppe Gammarota. 2 anni e 2 mesi a Donato Del Grosso. 2 anni, 2 mesi e 20 giorni a Gianluca Cantarelli. 2 anni e 6 mesi a Donato Petronzi e Michele Brandonisio. 2 anni e 4 mesi a Claudio Durante. 2 anni, 4 mesi e 20 giorni a Francesco Pelullo.
Negli anni si sono susseguiti gli episodi di carico e scarico dei rifiuti nella cava di proprietà della “Edil C” di Gerio Ciaffa. Nell’arco di una sola mattinata, i camion facevano ben due volte la tratta Bisaccia-Ordona per buttare immondizia nel Basso Tavoliere. Alcuni rifiuti poi, quelli prelevati dalla SELE Ambiente di Battipaglia, venivano smaltiti direttamente nella cava di Ordona, senza alcun transito, anche solo fittizio, presso la Biocompost di Bisaccia, società che sulla carta “compostava” i rifiuti ma in realtà non aveva nemmeno gli strumenti per farlo.
Il pm della Dda di Bari, Giuseppe Gatti aveva chiesto 4 anni e 6 mesi di reclusione per Gerio Ciaffa, 3 anni e 8 mesi per Giuseppe Zenga, Giuseppe Gammarota e Donato Del Grosso. E ancora, 2 anni e 8 mesi per Gianluca Cantarelli e Francesco Di Leno e 4 anni per Donato Petronzi e Michele Brandonisio. 3 anni e 4 mesi, invece, per Claudio Durante, Francesco Pelullo e Giuseppe De Nittis.
Il commento del Comune di Cerignola
“Nove condanne, la più pesante delle quali a 3 anni e 9 mesi di reclusione, e due assoluzioni. Il Gip del Tribunale di Bari, Galesi, ha riconosciuto colpevoli quasi tutti gli imputati, giudicati con rito abbreviato “secco”, nel troncone barese del processo legato all’inchiesta “Black Land” condotta dalla Dda di Bari, nelle persone dei Pm Nitti e Gatti, sullo sversamento illegale di rifiuti nelle province di Foggia, Bari, Benevento e Potenza. Per quanto riguarda l’altro troncone del processo, che vede imputate quattro società e tre persone fisiche, questo riprenderà a Foggia il prossimo 8 gennaio con la discussione di questioni preliminari. Sia il Comune di Cerignola che il Consorzio di Igiene Ambientale Bacino Fg/4, la cui costituzione di parte civile era stata ammessa dallo stesso Gip Galesi e che sono stati difesi dall’avvocato Pietro Barbaro, si sono visti riconoscere una provvisionale di 20mila euro in quanto parti offese. I nove condannati a pene detentive dovranno rifondere le spese processuali oltre all’integrale risarcimento dei danni, che verrà quantificato in sede civilistica”.