Già protagonista al Festival del Cinema Europeo di Lecce e al SEEfest (South East European Film Festival) di Los Angeles, sta riscuotendo successi in tutto il mondo il documentario “Balkan Blues – Stories from Mostar”, prodotto dalla foggiana “Wild Rat Film” e realizzato dal regista tranese Lucio De Candia e dal direttore della fotografia, il foggiano Niki Dell’Anno (titolare della casa di produzione) coadiuvato da Nadia Bianco per l’audio in presa diretta. Un’opera pregevole che si appresta ad approdare anche al “Tirana International Film Festival”.
Si può dire che la “Wild Rat Film” di Dell’Anno colpisce ancora grazie ad un’opera pregevole, capace di immergersi tra le lande dell’Europa dell’est abbattendo con la musica le barriere etnico-culturali.
“Balkan Blues”, girato a maggio 2015 in Olanda e a luglio dello stesso anno tra Bosnia e Croazia, racconta della Mostar Sevdah Reunion, una band multietnica di world music originaria della Bosnia Erzegovina. Il produttore e fondatore Dragi Sestic e i chitarristi Miso Petrovic e Sandi Durakovic sono emigrati in Olanda a causa della guerra civile nella ex Jugoslavia e ora vivono con nostalgia il rapporto con la loro città.
Nel 1993, all’epoca in cui il ponte vecchio di Mostar fu distrutto, Dragi promise a se stesso (quasi per scherzo) che un giorno, a conflitto finito, tutto il mondo avrebbe conosciuto il “sevdahlinka”, il genere musicale tipico del suo paese, una sorta di stato d’animo collettivo legato al passato e all’età dell’oro.
Si tratta di un viaggio alla volta di Mostar per narrare la sua tensione creativa e sociale. Guidati dagli artisti locali e accompagnati dal tipico sapore della musica balcanica andremo alla ricerca della bellezza nascosta di un luogo storico, in bilico tra una tradizione gloriosa e un futuro incerto.
“Fin da ragazzino sono stato attratto dai paesi e i costumi stranieri – spiega De Candia -. Ho sempre pensato che conoscere nuove culture fosse il modo migliore per aprire la mia mente. Ho deciso in seguito di studiare relazioni internazionali, in particolare la storia dell’Europa dell’est, e la mia tesi di laurea ha riguardato le prospettive di pace nei Balcani agli inizi del nuovo millennio. Durante la crisi nella ex Jugoslavia il nazionalismo ha generato un crudele conflitto etnico tra croati, bosniaci e serbi. Venti anni dopo è evidente come un’armonia sociale più stabile nella regione possa essere sostenuta soltanto attraverso la consapevolezza e la tolleranza. Un gruppo musicale multietnico, favorendo l’integrazione tra culture, può rappresentare un’importante testimonianza contro l’ignoranza e il pregiudizio; sono convinto che sia un esempio virtuoso da promuovere, soprattutto per le nuove generazioni: questo è il motivo che mi ha spinto a realizzare il film. In aggiunta c’è di certo il mio amore per la musica di qualità”.
Lucio De Candia dopo studi in relazioni internazionali e varie esperienze nel campo della promozione del cinema italiano, ha frequentato il corso annuale di regia dell’Accademia Europea “Griffith” di Roma. Ha realizzato cortometraggi low budget prima di scrivere e dirigere il documentario “La Terra Mé”, selezionato in più di venti festival in Italia e all’estero e inserito nella sezione “Italian New Movies Showcase” del Portobello Film Festival di Londra (2012). Tra gli altri riconoscimenti il film è stato premiato come miglior documentario al Pazmany Film Festival di Budapest dello scorso anno.
Niki Dell’Anno, laureato in scienze della comunicazione e diplomato in fotografia cinematografica presso l’accademia europea “Griffith” di Roma, con la sua casa di produzione audiovisiva “Wild Rat Film” realizza videoclip musicali, spot e documentari in veste di autore e produttore. Tra le altre cose ha scritto e diretto il documentario musicale/sociale “Rom: Uomo bus #5”, ha curato la fotografia de “La Terra Mé” e ha realizzato il reportage del viaggio a Berlino del duo Soap Trip.