In Molise non hanno dubbi, ci sarebbe la mano della “Società foggiana” in numerosi agguati dinamitardi e rapine. Tre bancomat fatti saltare per aria e tre istituti di credito rapinati. “Rapine che, per dinamica e metodologia, sono tutte uguali” – secondo la testata primonumero.it che continua: “Cosa sta succedendo in riva all’Adriatico? Solo coincidenze o è l’inizio di un percorso di approvvigionamento di denaro fatto in maniera più cruda, all’antica? Una banda così organizzata, che fa della precisione e della scrupolosità il suo punto di forza, non può essere associata alla pur pericolosa e dilagante micro criminalità presente in questo pezzo di territorio. Vista l’organizzazione, la precisione e la rapidità di esecuzione, è facile ipotizzare che si possa trattare di uomini provenienti dalla vicina Puglia legati alla criminalità mafiosa pugliese, una “paranza” senza scrupoli e soprattutto in cerca di denaro liquido magari da reinvestire in traffici di droga o da ripulire attraverso investimenti in aziende decotte.
Secondo il quotidiano molisano, “la “Società foggiana” è ben presente in Molise e non è da escludere che i “mafiosi” della Capitanata cerchino in zone meno “protette” quelle risorse utili al loro business. Rifiuti, droga, prostituzione e agricoltura sono solo alcuni dei settori trainanti dai quali trae profitto la malavita organizzata. Ma non i soli, appunto. “A questi – si legge – bisogna aggiungere il racket e l’usura ma anche rapine a banche e portavalori. La capacità di “convincere” interi pezzi produttivi di territorio a pagare il pizzo, con le buone o con la cattive maniere, è una delle attività “culturali” più redditizie per radicarsi nel territorio”.
Alcuni esempi. Nelle scorse settimane a San Severo, in una sola notte, sono stati fatti esplodere tutti i contenitori di denaro dei benzinai che fanno del self service la loro forza. Perché? Perché contrarie alla protezione della criminalità organizzata ma anche per avere subito e facilmente denaro contante a disposizione. A Foggia città, invece, sono quasi all’ordine del giorno sia gli attentati dinamitardi alle attività commerciali, sia i furti e rapine a banche e portavalori.
Il Molise, purtroppo, non è esente da atti intimidatori e bombe di avvertimento a chi vuole continuare a essere libero da “protezioni”. Il 18 luglio 2015 una bomba esplode nel ristorante “Il Centrale” in via Alcide De Gasperi a Campomarino Lido. Nel luglio 2013, un altro ordigno scoppiò devastando le vetrate del discount alimentare “EuroSpin” lungo la statale 16 sempre a Campomarino Lido. Sempre contro commercianti, e sempre racket. Il 28 luglio, dieci giorno dopo l’esplosione al “Il Centrale”, i carabinieri fermarono in flagranza di reato tre pregiudicati del foggiano per estorsione: stavano ricattando il proprietario del locale. I tre pregiudicati di San Severo di 42, 45 e 48 anni pretendevano 5 mila euro dal proprietario del ristorante in cambio di “protezione”. “Episodi come questi – continuano su primonumero.it – lasciano presupporre come la criminalità organizzata non solo si sia infiltrata nelle maglie della società regionale, ma come sia attiva “economicamente” nel territorio basso molisano”.
A confermare questa scomoda presenza è il procuratore nazionale antimafia Franco Roberti. Il quale, nella relazione annuale, scrive: “In Molise le infiltrazioni mafiose sono un dato ormai certo e inconfutabile. Le mafie in Molise fanno affari principalmente per motivi di occultamento di attività criminali (riciclaggio e reinvestimento di capitali) e per motivi economici (profitto)”. Ora, bisogna aggiungere un ulteriore tassello: quello della rapina con esplosivo ai danni degli istituti di credito, come i tre colpi alle banche di Montenero di Bisaccia, Campomarino e Portocannone testimoniano. Non semplici bande armate ma delle vere “paranze”, come vengono chiamati i gruppi criminali, che nel giro di poco meno di due mesi hanno messo a segno tre colpi che hanno fruttato decine e decine di migliaia di euro.