Accoltellato e preso a pugni, così è morto l’anziano di San Severo. Caccia serrata ai responsabili

Ammazzato a pugni e coltellate. Questo emerge dagli ultimi aggiornamenti sull’omicidio di Antonio Carafa, l’81enne di San Severo trovato morto dal figlio Michele nel pomeriggio di sabato scorso al primo piano del civico 10 di via Pignatelli. Una morte orrenda che ha scioccato tutta la comunità. Non è ancora chiaro l’orario del decesso, forse l’anziano avrebbe trovato i ladri in casa, al rientro dopo una passeggiata. Pochi giorni prima aveva denunciato il furto delle chiavi di casa, lasciate erroneamente nella sua automobile, ritrovata con un deflettore rotto. Una negligenza costata cara. Secondo gli ultimi aggiornamenti dei carabinieri, la vittima sarebbe stata ferita con un coltello, trovato sporco di sangue vicino al cadavere, e colpito con alcuni pugni alla testa. I rilievi sono ancora in corso ma non si esclude che possa essere stato accoltellato al cranio vista la profonda ferita ritrovata. La casa, come già raccontato, era completamente a soqquadro ma nulla di rilevante sarebbe stato portato via dai presunti ladri. Nel frattempo San Severo si interroga sull’escalation criminale. Si chiede a gran voce l’esercito.      

La barbarie dell’ultimo omicidio, di cui è stato vittima il pensionato di San Severo, e la gravissima situazione determinata da una criminalità sempre più violenta e fuori controllo impongono a tutti di non fare sciacallaggio mediatico e speculazioni. Non servono le strumentalizzazioni, occorre che magistratura e forze dell’ordine siano messi nella possibilità di indagare, di far emergere reti e connessioni, per cominciare a contrastare l’escalation”. E’ Franco Persiano, segretario provinciale Spi Cgil Foggia, a intervenire sul tragico e inquietante assassinio. Secondo il segretario provinciale del Sindacato Pensionati Italiani, “oltre alle pattuglie per strada, occorre siano potenziati gli strumenti e le risorse umane a disposizione di chi deve indagare”. “Non si può continuare a parlare di emergenza: negli ultimi due anni, da Foggia a San Severo, da Lucera a Cerignola e in buona parte della Capitanata la criminalità la fa da padrone. Si respira un senso crescente di paura e impotenza da parte dei cittadini”, ha detto Persiano. “Nei negozi mettono le bombe, nelle campagne si compiono razzie e furti, anche nelle case non si è più sicuri”.

Lo Spi Cgil è presente e radicato con attivisti e sedi proprie in tutta la Capitanata. Le Leghe cittadine e di paese sono un “termometro” dell’inquietudine che attanaglia le famiglie, le donne, i pensionati, tutte le persone più esposte al rischio di entrare nel mirino di violenze, truffe e rapine. “Ci sono state manifestazioni, fiaccolate, consigli comunali e provinciali sulla sicurezza, sono arrivati anche uomini politici del governo, ma queste iniziative non hanno sortito gli effetti sperati”, ha ricordato Persiano. “Lo Spi Cgil Foggia ritiene sia il momento di dedicare un’attenzione permanente al problema, coinvolgendo tutto il tessuto sano e attivo delle istituzioni, delle forze dell’ordine e delle organizzazioni sociali. La consapevolezza della gravità del momento in cui ci troviamo deve essere leva per reagire, non per ammainare definitivamente la bandiera e lasciarsi andare alla rassegnazione. La Capitanata non è e non può essere terra di una criminalità predatoria, che calpesta le persone, sparge terrore e aggiunge insicurezza a popolazioni che quotidianamente hanno a che fare con mille altri tipologie di incertezze e di disagi drammatici, dalla mancanza di lavoro all’esiguità delle pensioni, dalle lacune del sistema sanitario alla carenza di ogni tipo di servizio pubblico. E’ il momento di reagire. Lo Spi Cgil Foggia è pronto a fare la sua parte, come sempre”.