Chiuso tesseramento Pd senza liste civiche. Manfredonia doppia Cerignola con oltre 1000 iscritti

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Tommaso Sgarro

Il direttorio provinciale sta contando il numero di tesseramenti Pd chiuso il 31 gennaio. “Potrebbe esserci ancora qualche sorpresa – dice Tommaso Sgarro, segretario cittadino di Cerignola – di questo è consapevole Roma che poi lo comunica alla segretaria provinciale”. A Bisceglie è successo che da questo canale di iscrizione siano balzate fuori 22 persone appartenenti al centrodestra, non proprio degli sconosciuti visto che si trattava del sindaco e di alcuni dipendenti comunali e consiglieri. Di qui il commissariamento del circolo.

Che questa scelta di iscrizione online sia abbastanza incontrollabile Sgarro lo dice ma Cerignola resta ancora “molto manichea nella differenza fra centrodestra e centrosinistra. Da noi il centrodestra sfaldato ha trovato approdo nella lista civica che oggi governa la città”. Di Sgarro si è parlato come auspicabile candidato alla segreteria provinciale sebbene l’eurodeputato Elena Gentile, che corre per la carica regionale, appoggi Mariano Rauseo, segretario cittadino di Foggia. Dato che a Cerignola il Pd non ha vinto le scorse amministrative le sue chance restano ridotte anche se riceve il plauso di molti iscritti in ogni circolo della Capitanata. Oltre 400 tessere su Cerignola.

Le tessere di Lucera

A Lucera le situazioni più criticate. C’entrano le dimissioni di Antonio Di Matteo, uno dei tre componenti della commissione tesseramento che ha lasciato a settembre scorso denunciando “anomalie” nelle iscrizioni. Anche Dino Marino ha fatto lo stesso, strali contro il “tesseramento gonfiato”, a suo dire, di Lucera. Da una media di 400-450 tessere il paese svevo è arrivato a totalizzarne oltre 700, un dato notevole per una città in cui il Pd ha subito una dura sconfitta dalla civica del sindaco Antonio Tutolo.

Vero che a Lucera si va verso il rinnovo della segreteria cittadina commissariata, dunque lo spirito delle iscrizioni è più vivace e combattivo. L’altra spiegazione, secondo fonti locali, è che si siano iscritti, tramite alcuni consiglieri comunali, persone vicine all’assessore regionale Leo Di Gioia che mai ha aderito al Pd. Un passaggio dai ranghi delle civiche a quelli del partito che a San Severo non è riuscito. Dino Marino e la sua ‘Azione pd’, corrente molto contestata dal partito ufficiale, ne fanno un titolo di vanto: “Li abbiamo fermati- dice l’ex consigliere regionale- era ingeneroso che entrassero nel Pd alla vigilia di un congresso magari determinandone pure la classe dirigente”. Numero di tessere 450.

L’ingresso “bloccato” alle liste civiche

gentile ed emilianoI prossimi congressi provinciali e regionali, di cui si attendono le regole (votano solo gli iscritti alle primarie, le selezioni sono aperte a tutti?), non saranno terreno di promozione per le civiche di Capitanata, nel senso di prosecuzione del percorso politico. Chiedevano maggiori garanzie a Michele Emiliano circa un loro coinvolgimento nelle cariche regionali anziché subentrare solo a livello provinciale su posti già assegnati. Un nodo politico che influenza anche la soluzione della crisi al comune di San Severo. Del resto non stiamo parlando di un congresso nazionale del Pd e i giochi si fermano in Puglia mentre potrebbero variare quelli nazionali tipo nascita di un partito della nazione.

Manfredonia e due nomi foggiani

Franco Ognissanti
Franco Ognissanti

Su Manfredonia i tesseramenti superano i mille iscritti con molti dubbi sugli appoggi a questo o quel candidato. In un primo momento sembrava fosse Franco Ognissanti ad essere stato scelto al posto di Raffaele Piemontese. Invece i nomi su cui si concentra l’attenzione, per ora, sono Lia Azzarone e Gianluca Ruotolo: da un’opzione tutta manfredoniana con un numero record di tessere come sempre, a due nomi del capoluogo. San Severo fa sapere che senza adeguate proposte o accordi presenterebbe una sua candidatura.

Di unanimità di intenti verso il congresso per ora se ne vede poca. Si vota in primavera in molti comuni della Capitanata. A San Giovanni Rotondo, per esempio, il Pd deve mandare a casa il centrodestra dopo cinque anni sofferti sempre sull’orlo dello scioglimento del consiglio comunale. A Vieste si gioca una partita delicata dovendo rovesciare un governo stabilizzato nella mani del centrodestra da oltre vent’anni. Si cercano alleanze anche impreviste, portare la gente alle primarie e poi a votare per le amministrative potrebbe essere troppo. Di qui l’ipotesi di rimandare i congressi a dopo le elezioni nei comuni.