È avvolto nel mistero l’agguato dello scorso 7 gennaio a Manfredonia ai danni di Flaviano Fariello, 23enne del posto. Il giovane è stato colpito da due proiettili alle gambe mentre almeno altri due sono andati a vuoto. Un’aggressione in piena regola, avvenuta di mattina in via Giuseppe Di Vagno, parallela di via della Croce (zona sud della città). Grazie ad alcuni filmati della videosorveglianza, i carabinieri hanno fermato Maurizio Ciociola, 28enne manfredoniano con precedenti per spaccio di droga. I due, entrambi nullafacenti, si erano incontrati quella mattina per motivi ancora da decifrare. Poi hanno avuto un alterco culminato con l’esplosione di colpi d’arma da fuoco da parte dell’aggressore mentre Fariello tentava la fuga. I motivi? Secondo i carabinieri non si può escludere la pista dello spaccio di droga visti i precedenti di Ciociola e in quanto la zona dell’agguato è meta di alcuni tossicodipendenti.
Ma Fariello non ha rilasciato dichiarazioni utili alle indagini: “Non ho visto nulla” ha detto ai carabinieri. Nemmeno la pistola è stata ritrovata mentre sull’asfalto c’erano tracce di sangue ma niente bossoli. “Ciociola potrebbe aver utilizzato una pistola a tamburo” secondo gli inquirenti. Il 28enne è stato raggiunto poche ore dopo l’aggressione a casa della madre, dove si era recato con l’intento di trovare rifugio, ma ad aspettarlo c’erano già i carabinieri. Successivamente è finito in stato di fermo e condotto nel carcere di Foggia con l’accusa di tentato omicidio. Intanto Fariello sta meglio e versa in condizioni stabili nell’ospedale di San Giovanni Rotondo. Le indagini proseguono serrate, non si esclude il coinvolgimento di alcuni complici di Ciociola.