“Alcuni dipendenti Ataf hanno un proiettile in caldo per te”. Questa la minaccia giunta stamani al presidente dell’Ataf, Raffaele Ferrantino. Il caso, sollevato giorni fa da l’Immediato, riguarda una ventina di dipendenti rimasti fuori da Apcoa, la ditta aggiudicatrice dell’appalto sulla sosta tariffata. 18 operatori “senza titolo” mentre gli altri 70 sono stati riassorbiti. Sorpreso Ferrantino che ha già provveduto a denunciare l’accaduto alla Digos.
Che il clima negli ambienti Ataf fosse incandescente da tempo lo si era capito dopo le accuse formulate al suo direttore, Massimo Dicecca visti i suoi emolumenti ritenuti dai sindacati “troppo alti rispetto alla situazione dell’azienda”. Il rimpallo tra sindacati e Dicecca riguarda i “privilegi” o presunti tali accumulati negli anni. “Appare singolare – ha scritto recentemente Dicecca – che i rappresentanti sindacali, quando si sta trattando di assenteismo in Ataf oltre ogni media nazionale, di privilegi di altri tempi degli autisti nonché di salvare 20 posti di lavoro riducendo lo straordinario dovuto all’assenteismo, ripropongano strumentalmente questioni già superate riguardanti il direttore.
Comprendo che il mio mestiere non sia quello di essere simpatico ai sindacalisti (categoria che in Ataf per 20 anni ha goduto di 1.200 giorni di permessi retribuiti all’anno, solo di recente ridotti a 600), ma comprendo che questi ultimi, in mancanza di argomenti, tendano a introdurne altri fuori tema”.