Troppe morti per parto in Italia. Addirittura cinque in pochi giorni. Uno dei casi più oscuri è quello di Foggia dove la 23enne Giusy è morta in casa, prima ancora di poter essere soccorsa e portata in ospedale. Non c’erano particolari ritardi riguardo ai tempi previsti dai medici. La giovane era giunta regolarmente al nono mese di gravidanza e si apprestava a dare alla luce una bambina. Invece ha perso la vita, in circostanze ancora tutte da chiarire. La bambina, chiamata provvisoriamente Rita (ma sarà il tribunale dei minori a decidere il nome), è nata quando ormai la madre era già morta. Questo grazie alla bravura e alla prontezza dei medici degli Ospedali Riuniti di Foggia. Ieri sera su Rai 1, nella trasmissione di Bruno Vespa “Porta a Porta”, si è parlato della vicenda con collegamenti in diretta col capoluogo dauno. Presente un cognato della vittima. L’uomo ha fatto sapere che i nonni della piccola Rita sarebbero intenzionati ad adottare la neonata. Procedura alquanto complessa e che potrebbe richiedere diverso tempo. Intanto Vespa ha fatto appello al padre affinché si faccia vivo.
Beatrice Lorenzin, ministro della Salute, ha inviato gli ispettori a Brescia, Bassano del Grappa e Verona dove altre madri sono morte per parto in questi giorni. Non è da escludere l’arrivo degli ispettori anche nel capoluogo dauno ma sul caso Foggia la Lorenzin si è mostrata piuttosto criptica.
“Possiamo tranquillizzare tutte le mamme in Italia, perché non c’è nessuna emergenza”, queste le parole di Serena Donati, responsabile del sistema italiano di sorveglianza ostetrica dell’Istituto superiore di sanità di Roma. “Può capitare che anche fenomeni rari come le morti per parto si verifichino in rapida successione in periodi molto brevi”, ha spiegato la Donati riferendosi ai cinque casi registrati in pochi giorni.