Concerti, conferenze stampa, gazebo informativi, riunione del consiglio comunale e provinciale insieme per scongiurare la chiusura della biblioteca provinciale. Il sussulto della città verso il momento critico che vive la struttura di viale Michelangelo coinvolge la parte solitamente più attenta alle dinamiche culturali di Foggia, dalle associazioni alle scuole passando per la politica locale.
Mercurio: “Senza catalogo la biblioteca è un magazzino”
Lunedì gli ‘Amici della biblioteca’, associazione nata da qualche mese, terranno una conferenza stampa per fare il punto della situazione. Critica, tanto che è stato necessario l’intervento della Fondazione Banca del Monte. Ha deliberato due importanti stanziamenti di fondi: nel mese di novembre ha finanziato la sottoscrizione degli abbonamenti a una sessantina di riviste che rischiavano di essere interrotti. Inoltre, ha provveduto ad erogare i fondi necessari al rinnovo del canone annuo di un software che mette a disposizione i cataloghi di buona parte delle biblioteche comunali e di quelle universitarie della Capitanata.
Il direttore Franco Mercurio, in ogni caso, sfidando i tagli e le incertezze, ha presentato un nutrito programma dopo aver amaramente dichiarato: “Al momento non abbiamo fondi in bilancio, tanto che non è possibile provvedere neppure all’abbonamento al software di gestione del catalogo unico. E una biblioteca, sprovvista del personale specializzato e del software, non è altro che un magazzino. Questo avrà ripercussioni sull’intero polo del sistema bibliotecario provinciale, già a partire dal prossimo mese di gennaio”. Poi è arrivata la fondazione Banca del Monte.
Il destino incerto della Magna Capitana sarà oggetto di un altro incontro il 23 dicembre prossimo. I sindacati confederali allestiranno un gazebo all’isola pedonale e i bibliotecari saranno a disposizione dei cittadini per spiegare l’attuale situazione.
Ieri mattina il governatore Michele Emiliano, intervenendo all’Università di Foggia, si è espresso, oltre che su questioni come la sanità e l’aeroporto, anche sul polo foggiano dei libri: “Lo salveremo ma non sappiamo ancora come”. Ed ha aggiunto che il “personale va rivisto” con qualche reticenza sulle spiegazioni circa le attività che gravano su di essa: “Una biblioteca va rispettata anche nel costruire l’organico che la deve gestire, e non mi fate aggiungere altro”.
I bibliotecari: “La politica sia attenta come i cittadini”
“Fa male sentir dire “non mi fate parlare dei dipendenti”. Dalla manifestazione di lunedì prossimo ci aspettiamo che come la città ha risposto capendone il valore lo capiscano anche i politici”. Parole di Gabriella Berardi, bibliotecaria, laureata in lettere, scuole di specializzazione in biblioteconomia, rappresentante in vari organi e consigli nazionali delle biblioteche dopo le dichiarazioni del governatore pugliese. Il corso di studi e i corsi successivi vengono ricordati perché, in base alla mobilità, potrebbero essere spostati in altro ambito: “Certo, ho un’etica del lavoro, se mi danno un altro posto lo svolgerò ma mi sono licenziata da scuola per fare la bibliotecaria”.
Marco Maria Casella, che dirigerà il concerto di Natale del 23 con il Conservatorio, lavora presso la sezione musicale: “Se mi mandano a fare la guardia carceraria a Lipari (ho visto che c’è un posto) ci andrò, ma qui mi occupo di un settore specifico come tutti”.
Commentando Michele Emiliano dice Marcello Curci: “Ma come è possibile che noi rappresentiamo un problema? In altre Regioni il ‘problema’ l’hanno risolto, c’è qualcosa da sistemare solo in Campania e in una biblioteca del Molise, in questa situazione c’è solo la Puglia”. E’ già disponibile un portale sulla mobilità in Provincia in cui dovranno incontrarsi la domanda e l’offerta. La data di scadenza per presentare le eventuali preferenze circa il trasferimento è il 29 gennaio.
Puglia, prima per “esuberi”
Qualche giorno fa il Sole24 riportava la mappa dei trasferimenti dalle Province. Foggia, Salerno e Lecce – scriveva il quotidiano – guidano la classifica degli “esuberi”, cioè di quel personale che deve uscire dalla Provincia ma non ha ancora una collocazione.
I dipendenti della Magna Capitana sono 50 con 4 pensionamenti previsti per l’anno prossimo, la metà di loro ha un contratto a tempo determinato. I dipendenti in esubero della Provincia sono 170 su un totale di 394 in tutta la Puglia. Il 60% degli addetti ai servizi culturali in mobilità a livello nazionale è pugliese.
La Regione ha finalmente prodotto la legge n°31del 30 ottobre 2015 sulla “Riforma del sistema di governo regionale e territoriale”, quella che si occupa delle nuove funzioni dell’ente barese dopo la riforma Delrio. Mentre gran parte dei dipendenti di altre Regioni è stato “regionalizzato” e poi riassorbito dall’ ente di Area vasta, in Puglia sono praticamente tutti in bilico. In attesa di assunzione, anche 187 funzionari vincitori di concorso durante il governo Vendola e circa 800 “stabilizzandi”.
L’appello di Giuliano Volpe (Mibact)
All’art.2 della legge di ottobre non si fa esplicito riferimento alle biblioteche ma si parla di “attività culturali”. La Provincia di Brindisi, a novembre, ha chiesto alla Regione di farsi carico dei costi delle funzioni non fondamentali dopo il riordino, passaggio che è stato girato al Mibact per un “riscontro”.
Di recente Giuliano Volpe, presidente del Consiglio superiore dei beni culturali e paesaggistici, ha inviato una nota un cui esprime “profonda preoccupazione particolare per le biblioteche e i musei provinciali che in molte città meridionali rappresentano l’unico presidio culturale esistente. A oltre un anno e mezzo dall’entrata in vigore della legge 7 aprile 2014, n. 56, sono ancora in una situazione di assoluta incertezza”. Segue l’appello al ministro Franceschini “perché si faccia promotore di un accordo fra Stato e Regioni”.
I ritardi della situazione pugliese vengono sottolineati dall’Aib Puglia. L’associazione dei bibliotecari parla di “miopia politica nel caso si verificasse una feroce dispersione di competenze in mille rivoli. Se ciò accadesse sarebbe una vergogna, la Regione avrebbe decretato il proprio fallimento sul versante delle politiche culturali nei campi fondamentali della catena Mab (musei,archivi, biblioteche)”.