Contrasto alla violenza di genere, discussione al Parlamento europeo. Gentile (S&D): “Puglia all’avanguardia”

8-marzo-L-Ue-contro-la-violenza-sulle-donne_large“Non abbassare la guardia, sensibilizzare gli stati membri perché il tema della violenza di genere non sia ritenuto residuale nelle scelte strategiche: questo l’appello che mi auguro l’intero Parlamento oggi destinerà ai decisori politici perché questa giornata non si limiti a ricordare le migliaia di vittime ma sia l’occasione per riproporre nelle agende politiche le drammatiche ricadute di una violenza che si consuma prevalentemente negli ambienti domestici attraverso la previsione degli interventi indispensabili per arginare il fenomeno e per restituire dignità alle donne”. Sono queste le dichiarazioni dell’europarlamentare Elena Gentile a margine della discussione parlamentare di ieri.

“Istituzioni, rete solidale, agenzie di formazione insieme per promuovere consapevolezza e responsabilità nelle comunità soprattutto tra i giovani: il caso Puglia fa sintesi di una visione integrata tra interventi e responsabilità di presa in carico non solo delle vittime ma anche degli autori di violenza. Sono orgogliosa – aggiunge Gentile- di aver consegnato alla Puglia una visione moderna ed efficace delle politiche di contrasto alla violenza, mettendo a valore il protagonismo delle numerose associazioni impegnate, costruendo ed irrobustendo la loro rete di servizi in connessione con le istituzioni territoriali, non tutte ugualmente, impregnate a raccogliere la sfida proposta da una legge che ha fatto scuola in Italia. Mancano all’appello numerosi ambiti e municipalità importanti (fanalino di coda la provincia di Foggia che registra solo il protagonismo di Manfredonia e Vico del Gargano). Oggi contiamo già operativi 20 centri antiviolenza e 9 case rifugio”.

“Mi auguro – conclude la parlamentare- che il Governo regionale continui a ritenere questo, un obbiettivo prioritario delle sue politiche cosi come è accaduto nel recente passato utilizzando anche per i percorsi di politiche attive per il lavoro le risorse comunitarie per il reinserimento pieno delle donne che sempre più numerose decidono di scrivere la parola fine alle loro esperienze di dolore”.