Infermieri sul piede di guerra a Brindisi: “Stanchi delle promesse della politica”

“Da mesi ormai gli infermieri della provincia di Brindisi chiedono con forza alle istituzioni tutte, regionali e locali, di considerare i professionisti infermieri non come numeri ma come persone”. A dichiararlo, il segretario provinciale del sindacato Nursind di Brindisi, Carmelo Villani, che precisa: “Dopo le pressanti sollecitazioni da parte dei professionisti ed alcune risposte rassicuranti, di fatto, nulla di nuovo si vede all’orizzonte, nessuna risposta concreta se non parole arriva da parte del governatore, nonché assessore alla sanità, della Regione Puglia, Michele Emiliano, nessuna risposta concreta se non parole arriva dal presidente della terza commissione Giuseppe Romano“. 

Nessuna risposta è arrivata, fin’ora, all’interrogazione 81 avente come oggetto “Tutela del precariato dei dipendenti pubblici in particolare delle professioni infermieristiche pugliesi, esclusi dal DPCM ‘LORENZIN’ del 6 marzo 2015, pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 94 del 23/04/2015” presentata il 23 ottobre scorso dai consiglieri Marco Galante e Mario Conca malgrado la sanità brindisina si regge da tempo grazie al lavoro dei tanti infermieri precari che hanno ormai messo nel cassetto il sogno di un contratto a tempo indeterminato. 

“Nessuna risposta concreta, se non parole – continua -, è arrivata riguardo allo mobilità negata malgrado il consigliere nonché presidente della 3^ commissione sanità Giuseppe Romano avesse assicurato il 3 novembre scorso che a breve, al massimo una settimana, si sarebbe svolto un incontro dei direttori generali delle ASL pugliesi al fine di definire le deroghe al blocco del turn over e di conseguenza le modalità di concessione dei nulla osta ai professionisti in attesa. Nessuna indicazione arriva dalla regione, infine, riguardo all’entrata in vigore della Legge 161/2014 con cui vengono abrogate tutte le deroghe alla normativa europea e nazionale che impongono che i lavoratori fruiscano di almeno 11 ore di riposo consecutivo nell’arco delle 24; condizione che, allo stato delle cose, metterebbe in crisi gran parte delle unità di emergenza-urgenza, e non solo, del sistema sanitario.
Ancora una volta – conclude – ribadiamo con fermezza di essere stanchi dei tempi della politica, di essere stanchi delle parole, seguissero finalmente i fatti”.



In questo articolo: