Si è concluso sabato 31 ottobre il percorso informativo-educativo del mese dedicato al benessere psicologico. Organizzato dal Gruppo Telesforo con il patrocinio dell’Ordine degli Psicologi della Regione Puglia, non poteva terminare nella maniera migliore, grande affluenza di pubblico e consensi nella partecipazione al dibattito sulle malattie psicosomatiche con la dottoressa Ines Panessa, psicologa, il dottor Leonardo Lauriola, gastroenterologo, il dottor Alberto Di Michele, dermatologo e il dottor Pietro Corsano, ginecologo.
La dottoressa Panessa ha offerto numerosi punti di incontro ai suoi correlatori indicando gli apparati gastroenterico, cutaneo e ginecologico, come i principali organi bersaglio del disagio psicologico. La rabbia, la gioia, il dolore, la paura e la vergogna se non completamente espressi per molteplici motivi ai quali facciamo fronte ogni giorno nei rapporti con i colleghi, con i familiari, con i figli, creano, a lungo andare un’implosione, che definiamo stress e che per manifestarsi affonda i suoi artigli in quelle parti del corpo in cui siamo più sensibili.
Il nostro corpo reagisce inizialmente con un linguaggio non verbale, gestualità e mimica, poi con una condizione del corpo, pallore, sudorazione, battiti del cuore accelerati, nodo in gola, per esprimersi, infine, con il linguaggio vero e proprio “sono arrabbiato, ho paura”. La consapevolezza del proprio stato d’animo è quanto di meglio occorre augurarsi e pretendere da se stessi perchè rappresenta la capacità di far fronte alle emozioni negative.
A proposito degli organi bersaglio, è stata esposta una distinzione qualificativa che offre numerosi spunti di riflessione ad ognuno di noi; esistono organi recettivi, l’apparato respiratorio e gastroenterico, che prendono aria e cibo dall’esterno ed eliminano le scorie, organi discriminativi, l’apparato immunitario, nervoso ed epidermico che riconoscono ciò che è proprio e, infine, gli organi operativi, gli apparati muscolare e osteotendineo che permettoni gli spostamenti.
Se andiamo ad analizzare di ognuno di questi apparati gli eventuali disagi, riusciamo ben ad inviduare quale ne può essere la causa psicologica, una volta escluso il danno d’organo clinico.
Gli apparati respiratorio e gastroenterico sono interessati nella sfera sociale, alle relazioni con chi ci circonda, gli apparati immunitario, nervoso e periferico riguardano la sfera personale e quindi l’accettazione di sè e la consapevolezza di essere, gli apparati muscolare e osteotendineo, organi del movimento, indicano la capacità di reggiungere un obiettivo.
Come curarsi, quindi? A chi rivolgersi?
Da qui la necessità di una rete terapeutca che coinvolga più specialisti.
Non più solo lo specialista di settore, ma un consulto pluridisciplinare che vada a curare il corpo, ma soprattutto la mente.
Non abbiamo scoperto nulla, lo affermava già Ippocrate: Mens sana in corpore sano.
Quando pensiamo a chi soffre di un disturbo psicosomatico il nostro pensiero corre subito ad una persona sensibile, non autoritaria, debole affettivamente e questo trova riscontro nell’affermazione del dottor Lauriola: “Tanto più sensibile è l’intestino, quanto più sensibile è la persona”, niente di più vero, tanto più che l’intestino è considerato il secondo cervello!
Molti dei disagi psicologici, infatti, si concretizzano nelle epigastralgie e nelle coliti perchè come vengono digeriti i cibi, vengono digerite le emozioni con la conseguente produzione di scorie. Esiste, sicuramente, una predisposizione familiare e/o genetica, ma una causa responsabile è da ritrovarsi anche nella serotonina, un neurotrasmettitore prodotto, a partire dal suo precursore il triptofano, nel sistema nervoso centrale (5%) e nel tratto gastro-intestinale, precisamente nel sistema che regola l’innervazione delle cellule muscolari lisce (95%). La conosciamo come l’ormone del buonumore, ma poichè, come per ogni cosa, il giusto sta nella moderazione, anche la serotonina se scarsa, provoca stitichezza, se tanta provoca diarrea.
Da qui la definizione di intestino sensibile.
Dai visceri saliamo in superficie, all’apparato epidermico, la pelle. “Come elemento simbolico la ritroviamo molto spesso nel linguaggio comune – afferma il dottor Di Michele – amici per la pelle, la pelle d’oca, cambiare pelle, rimetterci la pelle… ma cos’è la pelle? E’ un manto che ricopre l’intera superficie corporea pari, nell’adulto, a circa 6 metri quadrati, è il confine che ci separa dal mondo esterno ed è l’organo che ci identifica e ci delimita”.
Diciamo che è la barriera tra noi e gli altri ma, è soprattutto nei disagi della relazione con se stesso che spesso si ritrova la causa psicosomatica di un suo disturbo.
Se, poi, la malattia non è di natura psicosomatica ma è dovuta a problemi clinici diagnosticati, la persona ansiosa, stressata, depressa ne amplifica la sintomatologia. Così come è amplificata la percezione della vulvodinia, dolore vulvare, non di ordine psicosomatico ma che coinvolge la psiche nelle relazioni interpersonali uomo-donna nella sfera sessuale e sociale, di cui ha parlato il dottor Corsano. “E’ una malattia ancora poco conosciuta, a tutt’oggi pare che interessi il 15% delle donne, ma forse la percentuale è maggiore perchè non è semplice da diagnosticare per cui le donne si trovano a vivere una situazione fisica e psicologica di dolore e profondo disagio”.
Di quanto la psiche influenzi il corpo ne siamo tutti oggi pienamente convinti e questa nuova convinzione apre a nuovi orizzonti diagnostici basati sulla collaborazione tra specialisti e su un ritorno all’umiltà nell’approccio con i pazienti ricordando sempre che la sua storia così come è narrata ci dice le cose che si vogliono dire, la pelle dice le cose taciute e una mano sulla pancia dice le cose che si possono solo percepire.