Un anno fa la morte di don Michele De Paolis, fondatore di Emmaus ma soprattutto vero e proprio faro per centinaia di giovani. Un uomo speciale, non c’è che dire, moderno e modernista. “Scomodo” per alcuni, come ricorda il titolo di un libro a lui dedicato. Se ne è andato a 93 anni, dopo una vita spesa per l’aggregazione, l’incontro e le relazioni sociali. Sempre accanto ai più poveri, agli emarginati. Un impegno costante nel nome dell’amore. Sacerdote Responsabile della Comunità Emmaus a Foggia e co-fondatore di Agedo Foggia nel 2010, De Paolis ha più volte esternato opinioni contrarie alla retta ragione e al Magistero solenne della Chiesa sostenendo l’omosessualità. Sempre spiazzante, mai banale. Vicino ai giovani in ogni momento. Tanto da essere stato un gran fruitore di tecnologie e social network, nonostante l’età.
“Sono stupito – dichiarò – del fatto che molti uomini di chiesa ignorano completamente il fenomeno dell’omosessualità, che ormai la scienza ha chiarito in modo inequivocabile: l’orientamento omosessuale non viene scelto liberamente dalla persona. Il ragazzo o la ragazza si scoprono così: è un orientamento profondamente radicato nella personalità, che costituisce un aspetto essenziale della propria identità: non è una malattia, non è una perversione. Il ragazzo o la ragazza omosessuali possono dire a Dio: “Tu ci hai fatto così!”
Poco tempo prima di morire, De Paolis fece visita a papa Francesco. Consegnò alcuni doni al Santo Padre, poi insieme celebrarono una messa nella chiesa di Santa Marta in Vaticano. Nei prossimi giorni nella comunità di Emmaus a Foggia sono previsti alcuni eventi per ricordarlo. Anche i ragazzi del movimento “Mangia Prega Ama”, al fianco del sacerdote fino agli ultimi giorni, omaggeranno la sua figura prossimamente.