Compagnie teatrali “oscurate” dal Giordano, nessun contributo ma si resiste. Anche grazie alla Giuliani

“Stiamo una favola” è lo slogan con cui il Teatro dei limoni inaugura la nuova stagione teatrale. Nel video che la promuove, il direttore artistico Roberto Galano chiede l’elemosina davanti alla sua associazione: “Nessun problema, era solo una provocazione, sulla nostra serranda c’è scritto ‘Indipendenti’, il nostro spazio off è ancora in piedi nonostante molte realtà abbiano chiuso, dunque stiamo una favola”.

Le difficoltà delle compagnie private

Teatro dei LimoniViaggio nei piccoli teatri alla riapertura del Giordano, con un calo di presenze complice la stagione concorrente, la prevista rassegna per ragazzi che toglie un po’ di pubblico a quelle compagnie che in questi anni si sono molto spese a favore di questo genere, e con le “rigidità” sottolineate dagli operatori di un albo regionale per cui devi avere almeno 60 repliche e 700 giornate lavorative per essere iscritto.

In più nessun contributo del Fus (fondo unico spettacolo) in tutta la provincia di Foggia. Stefania Marrone, drammaturga della Bottega degli Apocrifi a Manfredonia, ha scritto al ministro: “Ritengono che non abbiamo i requisiti, questa realtà dal punto di vista culturale è abbandonata a se stessa, abbiamo difficoltà persino a trovare personale artistico sul territorio perché i residenti vanno a lavorare altrove”.

Pierluigi Bevilacqua della foggiana Piccola Compagnia impertinente, a proposito di teatro per ragazzi targato Giordano, pensa che si potrebbero coinvolgere di più le compagnie foggiana: “Le mamme hanno più comodità a portare i bambini in un teatro piccolo perché lo spettacolo lo sentono più vicino, quasi sul palco”. Comunque il ritorno del Giordano, per gli artisti che calcano le scene su altri palchi, “è il virus che mette in circolo il bisogno di andare a teatro”.

Pierluigi Bevilacqua
Pierluigi Bevilacqua

Il dialogo con Anna Paola Giuliani

Anna Paola Giuliani
Anna Paola Giuliani

L’anno scorso, quando la direzione artistica venne affidata a Michele Placido, Roberto Galano fu uno dei più critici a riguardo. Non ha cambiato idea: “Le compagnie del luogo non hanno avuto alcun giovamento dal suo arrivo, è stata un’operazione di prestigio per la città ma non c’è stato dietro un progetto culturale”. In ogni caso si è aperta una finestra di dialogo con l’assessore alla cultura Anna Paola Giuliani: “Se chiediamo un incontro lo otteniamo, Giuliani ci ascolta, siamo due mondi distanti politicamente ma durante altre amministrazioni non era così. L’anno scorso abbiamo ricevuto anche un finanziamento, più o meno tremila euro”. Di contributo parla anche Pierluigi Bevilacqua.

Il teatro dei limoni ha 3mila associati e 2500 spettatori l’anno: “Gli enti dovrebbero emanare bandi meno vincolanti sul numero di repliche e più centrati sulla validità del progetto, inoltre dovrebbero controllare l’affluenza. Circa i luoghi dove fare teatro, un accordo con gli operatori del settore servirebbe ad adibire spazi a questo uso accedendo a fondi europei”.

Marrone: “Cultura Foggia-centrica”

Cosimo Severo e Stefania Marrone della Bottega degli Apocrifi
Cosimo Severo e Stefania Marrone della Bottega degli Apocrifi

Stefania Marrone lavora a Manfredonia con la Bottega degli Apocrifi. Hanno creato una cooperativa e la programmazione di quest’anno è in allestimento. “Sentiamo la solitudine in una contesto in cui alla cultura si dà poco spazio. La nostra era l’unica realtà che poteva accede ai fondi ministeriali ma non li abbiamo ottenuti, la seconda provincia più grande d’Italia non ha una sola compagnia che riceva questi finanziamenti. In questi anni non siamo riusciti a mantenere un legame con la Provincia mentre il problema con la Regione non è il numero di repliche richieste per essere iscritte all’albo ma l’assenza di risorse adeguate per sostenere questo sforzo”.

Due stagioni a Foggia in questi anni, una promossa dalla Provincia e l’altra dal Comune. “Mi chiedo perché, invece di allestire una doppia stagione su Foggia, non  si è data la possibilità alla gente di spostarsi in provincia allestendo pullman, creando attività decentrate. Foggia-centrica, così definisco la politica culturale in questi anni”.