La scure dei tagli alla sanità si abbatte sui laboratori di analisi. L’ennesima tegola mette allo stremo la capacità di offrire servizi all’altezza in provincia di Foggia e fomenta notevolmente la mobilità passiva. Difatti, il raccordo tra l’Asl e i laboratori accreditati dovrebbe servire a “contenere” il bisogno di prestazioni in una provincia da sempre contrassegnata da un’emorragia imponente di pazienti che vanno fuori a cercare prestazioni a bassa specializzazione.
Il fenomeno, con gli ultimi provvedimenti messi a punto a Piazza della Libertà e, soprattutto, con gli ulteriori tagli previsti dal governo guidato da Matteo Renzi, potrebbe enfatizzarsi nei prossimi anni. E non solo. Nel frattempo c’è già chi è costretto a prendere decisioni dolorose sul fronte del personale. Come il Centro di Ricerche cliniche e Ormonali del gruppo Telesforo, attivo dal 1980. Con una lettera firmata dai dipendenti, si annunciano “licenziamenti” dopo anni “di sforzi nell’innovazione tecnologica”. Il motivo? Il contratto 2015 prevede una riduzione di 133mila euro rispetto al 2014. Un’enormità, se si pensa che il tetto di spesa precedente era di 450mila euro (-30%), mentre nel 2009 era di 865mila euro.
“Da allora – spiegano i dipendenti – non c’è stato nessun licenziamento, nonostante i tagli progressivi di anno in anno. L’equipe continua ad essere costituita da 2 medici, 4 biologi, 1 chimico, 1 infermiera, 1 responsabile della qualità e 3 tecnici di laboratorio. Con il nuovo tetto, fissato a 317mila euro, non si riescono più a coprire i costi fissi. Non c’è logica in questa operazione che ci vede unici destinatari dei tagli rispetto ad altri laboratori di analisi in provincia”. La decisione dell’ufficio contratti guidato dal dirigente Anna Maria Gualano, in realtà, non è stata presa bene da nessuno dei laboratori della Capitanata. Non fosse altro perché, in maniera proporzionale, tutti hanno subito delle riduzioni ai tetti. “La domanda che ci poniamo – concludono i dipendenti nella lettera – è ‘chi c’è dietro a questi tagli discriminanti e iniqui?’. Qual è il motivo per cui si distrugge una realtà che opera ai più alti livelli della sua categoria? Noi non siamo numeri, ma persone, per questo dovremmo avere il rispetto dei burocrati e degli organi politici che prendono decisioni così importanti sulla testa delle famiglie”.