Dura protesta per la teoria gender a Foggia. Lotta studentesca manifesta: “Scuola non frocizzata”

Ancora una volta “Lotta studentesca” scende da subito in piazza il primo giorno di scuola con un azione di protesta. A Foggia questa mattina il movimento studentesco ha esposto ha esposto ben quattro striscioni in altrettanti istituti foggiani: la scuola elementare San Giovanni Bosco, la scuola materna Giacomo Leopardi, la scuola media Zingarelli , e l’istituto superiore tecnico commerciale Giannone dove oltre ad essere srotolato uno striscione si è tenuto un presidio con relativa distribuzione di volantini all’entrata di scuola per opporsi al preoccupante fenomeno di indottrinamento omosessualista ormai in atto nelle nostre scuole di ogni ordine e grado. “Anche quest’anno – dichiara Angelo D’Emilio responsabile regionale per la Puglia del movimento – non daremo tregua alle istituzioni tutte le volte che sarà necessario per prevenire la lobotomizzazione della nostra gioventù. Non è accettabile, infatti, che attraverso la ridicola teoria del gender, si faccia passare nelle scuole come cosa normale la riduzione della figura genitoriale a semplici numeri (genitore 1 e genitore 2) andando a svuotare di significato i rispettivi ruoli all’interno della famiglia, oppure, cosa ancor pi grave, propagandare la folla idea secondo la quale essere uomo o donna è soltanto una convenzione sociale, e che il sesso di un individuo possa essere scelto prescindendo totalmente dal fatto biologico, infatti, senza alcuna sovrastruttura culturale, il maschile e il femminile non soltanto sono differenti, ma fanno la differenza, sono sicuramente complementari e non di certo intercambiabili o opinabili. La personalità e il carattere si cominciano a delineare fin dalla giovane età, dare ai bambini la possibilità di ‘scelta’ non solo li disorienta ma li fa crescere deboli e insicuri. In una nazione come la nostra dunque, in cui i ragazzi sono sempre più fragili, lontani dai sani valori della tradizione, senza punti di riferimento e lasciati alla deriva dalla nostra classe politica, la soluzione non è certo l’introduzione di una delirante ‘teoria del gender’. La chiamano
‘Buona scuola’ – concludono – ma le premesse stanno dimostrando l’esatto contrario. La nostra idea di gioventù è combattiva, maschia se vogliamo, non ‘frocizzata’ da stereotipi sociali dove l’inversione è la regola e la normalità un disvalore. Anche quest’anno siamo pronti alle barricate”.

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