
Arrivano “pressioni” dalla Bat per la gestione futura del Don Uva, gravato da una massa debitoria di circa 500 milioni di euro e dagli scandali che hanno coinvolto politici e dirigenti. La Giunta Vendola, con l’allora assessore alla Salute Elena Gentile, aveva provato a proporre l’ipotesi di un subentro della Regione Puglia nella gestione delle strutture (Bisceglie e Foggia) senza successo. Adesso a spingere sull’acceleratore è il consigliere Ruggero Mennea, che in questi giorni ha presentato una interrogazione al presidente del Consiglio ed all’assessore alle Politiche della salute (il presidente Michele Emiliano).
Il politico di via Capruzzi chiede quali siano le iniziative che intende intraprendere per definire le problematiche pendenti con riferimento, in particolar modo all’Istituto Ortofrenico (definizione dei setting assistenziali e determinazione delle relative tariffe) e per consentire un ipotetico percorso di riconversione dell’Opera fondata da Don Pasquale Uva. “Se si intende valutare – scrive – la possibilità che, nell’ambito delle attività poste in essere dall’amministrazione straordinaria, le attività assistenziali svolte dall’Opera Don Uva possano essere condotte direttamente dal servizio sanitario regionale (tramite la competente Asl Bt) attraverso il ‘subentro’ nel patrimonio immobiliare sanitario della Congregazione delle Ancelle della Divina Provvidenza, anche al fine di utilizzare le strutture ospedaliere – conclude – per una migliore razionalizzazione dell’offerta sanitaria, complessivamente intesa, nel territorio provinciale di appartenenza e per consentire una ottimizzazione dei costi generali dell’azienda sanitaria locale”.