Foggia “pessima” per la qualità dei servizi pubblici e “accettabile” per costo della vita. Questi gli elementi più significativi dell’indagine di Unioncamere e Ref ricerche sulle città italiane. Il focus ha centrato l’obiettivo su gestione dei rifiuti, dell’acqua, dell’elettricità e del gas e sulla capacità di un territorio di attirare o meno gli investimenti. E dunque di contribuire allo sviluppo. Ebbene, Foggia è al 94esimo posto in Italia sulle 101 città capoluogo di provincia monitorate. Primo posto per Udine, ultimo per Cosenza. Sotto Foggia anche Napoli, Catanzaro, Salerno, Reggio Calabria, Palermo e Agrigento. Ma il capoluogo dauno è ultimo in Puglia e risulta in discesa rispetto agli scorsi anni. Come detto, la qualità dei servizi risulta addirittura “pessima” mentre è solo “accettabile” la spesa. D’altronde il costo della vita a Foggia non ha mai subito particolari impennate.
Sullo stato pessimo dei servizi, molto incide la gestione dei rifiuti solidi urbani. Tutta Italia arranca dietro a prescrizioni europee che da quasi dieci anni impongono la fine delle discariche e la crescita della raccolta differenziata.
Ma è sugli investimenti che Unioncamere stronca definitivamente Foggia. Oltre alla classifica generale, c’è infatti quella per attività economiche. In particolare alberghi, parrucchieri, industrie alimentari, bar e supermercati. A Foggia resta molto difficile fare impresa. Gli imprenditori che decidessero di investire dovrebbero sapere che il capoluogo dauno risulta 87esimo nella categoria “Alberghi”, 92esimo in “Parrucchieri”, 83esimo nelle “Industrie alimentari”, 98esimo nella categoria “Bar” (quart’ultimo in Italia) e 93esimo in “Supermercati”.
Dalla classifica emerge anche un altro aspetto ovvero la prevalenza della provincia sulle grandi città. Udine è seguita da Sondrio, Monza, Isernia, Bolzano e Verona. Al settimo posto c’è invece Campobasso. La grande sorpresa è proprio il Molise, presente con ben due centri (Isernia e Campobasso) nella top 10.
Altro aspetto preoccupante riguarda la dispersione dell’acqua. In Italia l’entità media delle perdite si aggira intorno al 32%. In pratica un litro d’acqua su tre non si sa che fine faccia. Un fattore che fa sprofondare il Sud. Infatti le città migliori sono tutte del Centro-Nord: Sondrio, Verona, Ravenna, Arezzo e Reggio Emilia. Male al Sud anche il servizio elettrico. I clienti subiscono almeno quattro interruzioni senza preavviso l’anno.