“Mai condizionati da nessuno. Restiamo in attesa della motivazioni, fiduciosi nella magistratura”. È fermo a queste poche parole il commento del sindaco di Monte Sant’Angelo, Antonio Di Iasio sullo scioglimento del Comune per mafia. Oggi il primo cittadino è chiuso a riccio, cercato da media locali e nazionali insistentemente. Ma lui niente. Attende solo le motivazioni, poi deciderà il da farsi ma è quasi certo il ricorso al Tar. Poca voglia di parlare anche negli ambienti vicini a Di Iasio. È un momento estremamente complicato. Monte cerca di distrarsi con FestambienteSud, rassegna che appresta a chiudersi col concerto degli Intillimani ma per il centro angiolino si appresta un agosto infuocato. Le motivazioni tardano ad arrivare mentre il ricorso al Tar potrebbe essere immediato, già all’indomani della relazione fornita da palazzo Chigi. Felice Scirpoli, vicesindaco, sfoga la sua delusione su facebook. Sulla sua bacheca campeggia un titolo di giornale eloquente: “Alla gogna Monte, perdonata Roma mafiosa”, chiaro riferimento allo scandalo Mafia Capitale.
“Se la macchina del fango si è messa in moto – scrive sui social -, non saremo certamente noi a rispondere con il fango, perché non ci appartiene tale modo di fare. Sappiamo bene che, quando si decide di essere trasparenti, non si possono accontentare i desiderata privati, ma chi assume una responsabilità così importante, chi ha l’onere e l’onore di amministrare la propria città deve fare una scelta: quella di tutelare tutti (forse non proprio tutti, visto che i propri cari vengono sacrificati, ma è lo scotto da pagare, e non me ne lamento). La verità sicuramente ridarà la dignità a Monte”.