È senza tregua la protesta del comitato di docenti contro il ddl sulla Buona scuola. Dopo i flash mob e le fiaccolate, arriva il presidio davanti al Poerio di Foggia. Arrabbiati e delusi, si oppongono a tutto il ddl nel suo complesso e criticano la “mancanza totale di ascolto della base e del personale del settore”. Antonio Dembech va indietro al tempo delle primarie vinte da Matteo Renzi. Allora un documento sulla scuola venne firmato da circa 300 professori di Capitanata e consegnato ad alcuni parlamentari foggiani: “Durante le primarie il Pd ci chiese il voto, nessuno ci parlò di Jobs act, di questa riforma e di altri provvedimenti spudoratamente di destra. La speranza è riuscire a mantenere la discussione nel partito perché si restituisca un equilibrio fra Parlamento e governo”. Fra i presenti non tutti sono iscritti ai sindacati anche se ne condividono le battaglie.
Amalia Di Leo insegna scienze al Pascal: “Se passa la legge ci muoveremo per chiedere un referendum abrogativo. Di questa riforma l’aspetto della valutazione è quello che ci spaventa di meno, ci preoccupa il preside sceriffo che deciderà tutto, questa mentalità imprenditoriale che sarà la morte della scuola pubblica”. Intanto comincia a piovere e il gruppo sposta il banchetto nell’atrio del Palazzo degli studi. Arriva Gianfranco Piemontese, docente di arte, ex candidato sindaco di Foggia alle ultime elezioni comunali. “Ci sono state le consultazioni online ma non abbiamo visto uno straccio di documento ufficiale. Non si può andare avanti a colpi di fiducia per un diritto che è sancito dalla Costituzione”. Il presidio resterà operativo fino al 3 luglio.
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