È il giorno del senatore Antonio Azzollini (Ncd): oggi alle 14, presso la giunta per le autorizzazioni a procedere, dirà la sua verità sul crac della Casa Divina Provvidenza. Indagato, con una richiesta di arresti domiciliari del gip di Trani Rossella Volpe sul groppone, cercherà di convincere i colleghi che con quella storia lui non c’entra nulla. Eppure, l’ordinanza parla chiaro, tirando in ballo il sistema per la “presa di potere” dell’ente con oltre 2mila dipendenti e tre sedi a Foggia, Bisceglie e Potenza. A pesare – ed essere sintomatica – la frase rivolta alle suore: “Da oggi in poi comando io, se no, vi piscio in bocca”. E ancora: “Il nuovo assetto societario – si legge nell’ordinanza – era stato imposto quale contropartita all’impegno legislativo assunto negli anni dal noto parlamentare”.
Centrale nella questione è il decreto legge preparato per scaricare i debiti sulla collettività, come spiegato da un ex dirigente del Don Uva che ha confermato: “l’intervento è stato studiato insieme con Azzollini”. L’escamotage consisterebbe nell’estensione degli effetti vantaggiosi per il post sisma (del 2002) a tutti i comuni dove esistono sedi della Casa Divina Provvidenza, a cominciare da Foggia, perché “noi siamo terremotati per natura”. Ora la legittimità di quei provvedimenti legislativi sarà contestata dalla Procura davanti alla Consulta.