Si è conclusa ieri la campagna elettorale per le amministrative di Cerignola, portando a esaurimento le polemiche sulla monnezza all’interporto delle due settimane di propaganda del turno di ballottaggio tra Franco Metta (coalizione del Cambiamento) e Tommaso Sgarro (coalizione di centrosinistra). Su entrambi i palchi dei comizi si è giocato l’ultimo appello al voto sul tema ambientale che ha tenuto banco. Da un lato con l’invito a evitare che Cerignola diventi approdo per lo stoccaggio dei rifiuti della Capitanata, dall’altro a non cadere nella trappola delle bufale strumentali. Come in un botta e risposta a distanza, il confronto falsato si è spostato sui palchi dei comizi.
Carte e documenti dell’avvocato
“Elena Gentile mi porta in tribunale. Noi pubblicizzando una certa delibera regionale avremmo fato autorete, perché in quella delibera non si parla di rifiuti a Cerignola”, tuonava già all’angolo del Teatro Roma l’avvocato Metta attraverso le casse attruppate in piazza Duomo. Ha iniziato qualche minuto prima dell’avversario che, come per la chiusura del primo turno, è arrivato al suo comizio in piazza della Repubblica con “la volata”, pedalando la città col seguito di sostenitori e consiglieri eletti e papabili. “Elena Gentile ha firmato quella delibera, segnatevi il numero: la 204 del piano regionale dei rifiuti urbani datata 8 ottobre 2013. La delibera è stata approvata a maggioranza di voti espressi. Hanno votato sì 32 consiglieri, e tra questi Elena Gentile. Questa delibera –continua l’avvocato Metta, citando passi- approva il piano di gestione regionale dei rifiuti urbani, si legge alle pagine 19 e 20: la Regione Puglia, con deliberazione numero 204, prevede il trasferimento attraverso la linea ferroviaria San Severo-Rodi-Peschici all’interporto di Cerignola, per il successivo trasferimento in discarica. Queste le chiamo carte e documenti, loro le chiamano bufale. Questi rifiuti che ci manda Elena Gentile, noi, a Cerignola, non li vogliamo”.
“Allevamento di bufale”
“Dall’altra parte si continuano ad allevare bufale sulla storia dei rifiuti all’interporto, quando il problema vero è la saturazione di forcone Cafiero tra quattro mesi, non questa bugia collettiva distribuita a buon mercato. Continua a dire che ci sono carte, e poi negli atti non c’è nulla”, la replica simultanea di Sgarro. “Porterò i rifiuti anche da Marte – ironizza il giovane candidato piddino -. Ci si pone il problema per un progetto che, forse, tra cinque anni si realizzerà, ma non si è in grado di pensare a fronteggiare la vera emergenza della discarica. I problemi veri dell’emergenza casa, dell’emergenza lavoro, dell’esodo dei giovani. Mi hanno detto in ogni casa in cui ho bussato: pensa ai giovani, a non farceli scappare da questa terra. E da questo patto tra forze del lavoro e mondo delle imprese che ci mettono la faccia che partiamo, non da un comunicato firmato, non si capisce da chi, per fare terrorismo psicologico”. Il riferimento è al manifesto che gli avversari considerano di matrice cicognina, diffuso a pochi giorni dal voto e firmato “le aziende della zona industriale di Cerignola”, in cui si avversa “il progetto suicida di smistamento dei rifiuti in zona industriale”, con “conseguenze gravi e irreversibili per la salute e l’economia della città le aziende della zona industriale di Cerignola”.
Un messaggio rilanciato dallo stesso Metta ieri sera, per testimoniare il fronte compatto del no ai vagoni monnezza. “Dicono che sia una cosa ancora lontana da realizzare e ieri c’è stato l’incontro perché questo progetto deve proseguire – riprende Metta – e loro dicono che non è vero. Dicono che mento”. Per ultima ha sfoderato la famosa carta a cui già in mattinata, annunciando la scaletta del suo comizio, accennava come prova inchiodante. È la lettera di convocazione della Regione Puglia alle Ferrovie del Gargano e ai comuni interessati, che “si sono incontrati giovedì 11 giugno presso l’ufficio di servizio di trasporto al fine di proseguire le attività inerenti il progetto di trasporto dei rifiuti solidi urbani con la modalità ferroviaria”. “Allora chi dice le bugie? Carta canta”. È la prova che Metta consegna all’elettorato, per allontanare l’accusa di aver “drammatizzato”.
“Basta col fanatismo”
Una “prova contro le bufale” dell’avversario è per Sgarro il risultato del primo turno che lo vede in vantaggio. “Hanno vissuto con la bile questa campagna elettorale, con un’offesa costante verso una generazione. Basta con il fanatismo. La politica è altro, non questo scontro, ma confronto. Non c’è stato. C’è chi aveva paura di confrontarsi con un giovane di 33 anni, adducendo a scusa che il giornale su cui ha scritto editoriali gli ha teso una trappola”. Cerignola merita verità, sintetizza declinando il suo slogan e invitando a mettere da parte la casacca e a compiere una “scelta civile, prima che di ideologia politica”. Il suo appello al voto, mentre sotto il palco si confondevano tra la folla Rauseo e Marasco, in supporto da Foggia per sopperire le assenze regionali. Avvistato tra gli amici di cordata l’enneciddino Romano e uno sconsolato Bevilacqua.
Metta e il “terrore di vincere”

Tra la folla in piazza Duomo, oltre agli alleati di Bari, anche i forzisti Laguardia e Netti. “Comunque vada, si vinca o si perda, troppo mi avete dato. Vi chiedo scusa se qualche volta vi ho deluso. E scusate anche il momento di debolezza. Piango di gioia per la felicità”. Poi ci tiene a chiarirlo nel suo appello al voto Franco Metta, rassicurando i sostenitori. “Se perdo sarò il capo dell’opposizione a Tommaso Sgarro e Elena Gentile. Ho il terrore di vincere, perché se il cambiamento vince domenica ci aspetta un’impresa di una difficoltà incommensurabile”.