Per questa fine propaganda la coalizione del Cambiamento si organizza lista per lista per le chiusure prima del silenzio elettorale. Prima de “i-Cattolici” e “Cerignola produce”, era toccato alle liste “Metta sindaco” e “La Cicogna”. Un appuntamento che è valso anche a misurare il peso elettorale delle liste traino, direttamente collegate al candidato sindaco Franco Metta.
Nella sala consiliare gremita di sostenitori e candidati si riconoscevano ad occhio le “facce nuove” e spaesate. In piedi ad assistere non pochi cittadini comuni, indecisi e con l’interesse a “farsi un’idea” a pochi giorni dal voto. Ascoltando gli interventi della ventunenne Fiorella Paciletti e Pasquale Frisani poi Paolo Grisorio, Loredana Lepore e Michele Monterisi, già consiglieri comunali di opposizione, e ancora Antonio Lionetti e Samuele Cioffi.
“Sono un semplice cittadino, non sono un sostenitore e sto qui perché sto cercando di capire che cosa vuole fare questo candidato che con la sua coalizione dice di volere il cambiamento. È quello che voglio anche io”, riferisce un uomo di mezza età in fondo all’aula Di Vittorio. “Ci auguriamo che chiunque vinca le elezioni, che sia la destra, la sinistra o questa coalizione, qualcosa cambi”, il commento di una giovane donna appoggiata ai finestroni. “È il primo comizio che ascolto e forse mi sono decisa troppo tardi -confessa a l’Immediato-, ma voglio farmi un’idea prima del voto. Conosco il movimento politico di Metta perché ho seguito un po’ per radio, un po’ sui giornali quello che dice e che fa, ma non mi sono fatta un’idea precisa. Già il fatto di stare qua è tanto, per me”.
In prima fila candidati e sostenitori della prima ora ad applaudire ai genuini entusiasmi dell’appello al voto dei giovani candidati al loro debutto elettorale. “In cabina elettorale sbaglia chi si vende il voto per una busta della spesa”. Frisani dissente dalla massima andreottiana e avverte: “se vogliamo fare piazza pulita dobbiamo estirpare le radici alle poltrone a cui sono attaccati i Moccia e Conte”.
“Cambiano i nomi di battesimo, perché a candidarsi sono i figli e le famiglie, sempre le stesse a non voler lasciare la poltrona”, aggiunge l’avvocato Lepore. “Cerignola è già in una situazione di disagio –aggiunge- e non ha bisogno della politica del ricatto, di incompatibili consiglieri che si allontano dai banchi quando c’è da votare qualche variante urbanistica, di candidati consiglieri che vogliono essere solo arma di ricatto. Per l’incompetenza di destra e sinistra a Cerignola non esistono più partiti ma uomini e donne che hanno fatto della politica un personale strumento per fare carriera”. Per lei l’impegno politico resta un’esperienza di passione e servizio alla comunità. E private emozioni da condividere in famiglia. “Voglio vivere a Cerignola e voglio che i miei figli mi dicano: mamma sei stata brava, che vogliano vivere a Cerignola”.
Ambiente e salute, borsa del valore del vino e rilancio della zona industriale, gli altri temi accennati prima delle conclusioni affidate al candidato sindaco. “Cittadini che cinque anni fa non si occupavano di politica, oggi sono la futura classe dirigente della città che si candida a sostituire politici inefficienti e incapaci. È la nostra risposta -è intervenuto Franco Metta- a chi ritiene che il mestiere di cittadino si eserciti commentando su Facebook. Questa classe dirigente è la risposta agli ignavi di Dante”. Si tiene a distanza dai competitor delle coalizioni di centrosinistra e centrodestra, Tommaso Sgarro e Paolo Vitullo ricorrendo ancora al sommo poeta del “guarda e passa”. “Dopo cinque anni di consiglio comunale vogliono convincerci di cosa si farà e non dicono perché non l’hanno fatto. Allo stesso modo, non possiamo polemizzare con chi è stato esposto come un panda raro, presentato come un giovane, agli ordini di un battaglione. Qui non c’è un uomo solo al comando, non è la coalizione di Franco Metta. Si è mobilitata una città, cittadini capaci e onesti”.
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