La crisi del contratto d’area e la disoccupazione, la questione dei comparti senza servizi, il fallimento del mercato ittico. L’opposizione gioca la sua partita a Manfredonia su questi tasti dolenti e spera in un ballottaggio che sarebbe la prima vittoria dopo anni di maggioranze bulgare.
La novità dei Cinque stelle con lo slogan “scegliete noi governate voi” lascia un po’ perplessi i portatori della politica tradizionale divisa, negli anni, fra una polo assortito di centrosinistra e una minoranza di centrodestra abbastanza simbolica anche in consiglio comunale. In mezzo tanti movimenti civici che in questa elezione hanno trovato dei rappresentanti.
Riccardi: “Chi gioca per il ballottaggio è un perdente, io gioco per vincere”
Italo Magno, il professore che viene dalla politica del Pci lasciata a 34 anni e dai comitati contro l’Enichem porta avanti lo scontro più duro con l’amministrazione uscente. Avrebbe voluto un “cartello” contrapposto a Riccardi ma non è riuscito a organizzarlo.
Cristiano Romani, candidato sindaco di centrodestra, pensa che il secondo turno potrebbe giocarlo lui dato che gli sfidanti sono “civiche”, oltre il centrosinistra. Ci sarà il ballottaggio, novità assoluta rispetto a decenni di dominio del centrosinistra? E’ questa la voce che gira in città come conseguenza di tanto voto disgiunto. Le 8 liste di Riccardi sarebbero molto meno coese delle previsioni. Qualche avvisaglia nei manifesti elettorali dei candidati con il proprio nome e lista ma senza quello del sindaco.
Riccardi lo sa, e lo dice, “questa volta la battaglia è vera, certo non avrò lo stesso risultato del 2010 (quasi il 78% al primo turno, ndr) ma chi gioca per il ballottaggio è un perdente, io gioco per vincere”.
L’opposizione in consiglio comunale, già abbastanza esigua, si è ridotta ad un solo consigliere, Antonio Correale in lista con Giovanni Caratù (candidato sindaco di Manfredonia che funziona). Di qui deriva anche la richiesta, a furor di popolo e con l’appoggio dei partiti d’opposizione e movimenti civici, del sorteggio per la designazione degli scrutatori. Richiesta accolta e per cui le liste di opposizione hanno esultato: “Un passo verso una maggiore trasparenza nei rapporti tra cittadini e pubblica amministrazione”.
Il sogno degli oppositori di Riccardi è scalfire un sistema di potere che si è consolidato negli anni. Parlano di “emergenza democratica in città”.
Le sicurezze dell’attuale sindaco: “Sono l’incubo di Magno”
Riccardi tenta di superare l’assedio: “Emergenza democratica? Sì, adesso viene la Nato, ma di cosa parliamo? La verità è che loro non riescono a stare sui problemi della gente, parlano di disoccupazione a Manfredonia come se non fosse lo stesso nei distretti del Nord-Est, in Inghilterra, in Francia. Un sindaco può fermare la disoccupazione?”. Moniti sui comparti, la fascia di case drammaticamente senza servizi: “Mancano le strade solo in un comparto. È che si vuole enfatizzare a tutti i costi”.
In questi mesi lo scontro con Italo Magno, uomo di centrosinistra, è stato più forte di qualunque altra disputa elettorale con rappresentanti del polo opposto. “Sono l’incubo di Italo Magno, lui è la preistoria, si è nutrito di partiti, parla solo di me. Voleva fare il sindaco ma c’erano troppi galli e non ci è riuscito. Salutatemelo tanto”.
Italo Magno (candidato sindaco con Manfredonia Nuova): “Gente stanca di questo sindaco”
“Riccardi mi dice che sono antiquato, che ripeto le stesse cose dell’’85 ma per me è un titolo di merito”. Italo Magno, professore, scrittore, paladino della lotta contro l’Enichem racconta perché ha deciso di sfidare il potere del sindaco uscente dopo essere stato parte attiva della società civile per molti anni: “Alcuni mi hanno spinto, sono molto determinato. In questi anni il centrodestra contrapposto al centrosinistra è stato solo ‘un sacco’, questa volta la lotta è vera”.
Qualcosa nell’aria sta cambiando?: “Riccardi ha un grande controllo sociale, la gente prima maledice questa amministrazione e poi fa accordi ma è stanca, c’è una grande voglia di riscatto che non riesce ad esplodere”. Il ballottaggio è lo spartiacque, avrebbe voluto un cartello contro il sindaco perché è un patito delle alleanze : “Con i 5 Stelle ci ho provato ma dai loro incontri sono uscito stremato”.
I cavalli di battaglia di Cristiano Romani (candidato sindaco di centrodestra)
Cristiano Romani, avvocato, una passione per la maratona e l’idea del “laboratorio politico”, si vanta di avere mantenuto su Manfredonia a livello comunale quello che in Regione è naufragato. Con lui, Fdi, Oltre con Fitto, Noi con Salvini e una civica: “I riverberi nazionali non ci hanno toccato, Fitto e Salvini non sanno nemmeno dove sia Manfredonia, qui tutti si sono stretti intorno a noi”.
Sull’amministrazione: “Presenteremo il bilancio di previsione entro quattro mesi dall’elezione, tutto quello che si dice ora sono solo chiacchiere”. Lo scontro infuria nello stesso centrosinistra: “Si stanno cannibalizzando fra loro, io non faccio polemiche, nemmeno sui social network su cui Riccardi passa il suo tempo”.
Cavalli di battaglia di Romani, “la fine del contratto d’area e il fallimento del mercato ittico” non più jolly da giocare per il centrosinistra. Inoltre. Zona comparti senza servizi, attacco portato all’amministrazione un po’ da ogni parte, le migliaia di disoccupati (1700 dice Romani) compresi gli operai della Sangalli.
Lo “007” Gianni Fiore (candidato sindaco del M5S)
Gianni Fiore è il candidato dei Cinque stelle. Per la prima volta nell’agone politico, al Comune e alla Regione, i 21 candidati su 24 sono tutti nati e formati nei meetup. Rappresentano in questa campagna elettorale una specie di 007 che scovano qualunque violazione sui manifesti abusivi. “Quando non c’eravamo noi nessuno li denunciava, centrodestra e centrosinistra hanno gli stessi attacchini che vanno a fasce e riempiono la città. Noi facciamo video e foto e, anche da consiglieri di opposizione, punteremo i piedi contro qualunque condono”.
Vogliono introdurre il bilancio partecipato per coinvolgere i cittadini nelle scelte dell’amministrazione: “Andremo in piazza per decidere le priorità, servirà un sito internet più ampio oltre l’albo pretorio per interagire con i cittadini e convegni di quartiere”. Una decina di giorni fa, i vigili hanno rimosso il tazebao in piazza, un manifesto che illustrava le spese pubbliche del Comune: “Sono venuti i vigili a rimuovere un’installazione mobile, prima ci hanno detto che potevamo tenerlo poi hanno cambiato idea”. Trasparenza, non solo sul web. Alleanze in caso di ballottaggio? Non lo so, noi ci possiamo confrontare sui programmi”.
La sfida di Giovanni Caratù (candidato sindaco Manfredonia che funziona)
Giovanni Caratù, agente di commercio e per 24 anni dirigente d’azienda. Attivo nella politica locale vent’anni fa, ha ripreso l’attività con la civica ‘Manfredonia che funziona’. Con lui centristi, fittiani e rappresentanti di Ncd. Accoglie nella sua lista uno dei pochi consiglieri di opposizione, Antonio Correale. Sua è la frase, “A Manfredonia esiste un’emergenza democratica”. Sfida i partiti e i movimenti, ottimo dialogo con il centrodestra di Cristiano Romani, dubbi sulle 8 liste che sovrastano la competizione, una specie di “ne resteranno solo 4, quelle più forti”. È rimasto fuori da questo plotone perché non vede grandi contenuti: “Hanno in lista falce e martello insieme ad ex del Msi, credo ci sarà molto voto disgiunto, per questo si arriverà al ballottaggio. In ogni caso ritengo errate queste invettive personali contro Riccardi dentro una campagna elettorale sotto tono”.