“In vista delle prossime elezioni regionali il nostro partito deve essere unito e lavorare con piena efficacia e unità di intenti in tutte le istituzioni in cui è rappresentato. Non possiamo permetterci di tenere aperta ancora a lungo la crisi che sta segnando i rapporti tra i consiglieri comunali foggiani del PD; nella città capoluogo il nostro partito deve avere subito un capogruppo che abbia il tempo e la volontà di coordinare l’azione politica di controllo e proposta. Pertanto mi sento di invitare Alfonso De Pellegrino a tornare sui suoi passi e rientrare nel gruppo consiliare, perché è un ottimo dirigente, dà prova di saper fare bene il suo lavoro e con lui il Partito può volare alto in quell’assemblea”. A dichiararlo è Antonio Masulli, componente della segreteria provinciale Pd di Foggia. “Forse – continua – ritroveremmo la serenità se ci appellassimo a tutto ciò che ci unisce e che alimenta il nostro sentimento di appartenenza. Il 31 maggio prossimo potremo avvicinarci alle ampie percentuali di gradimento che il Pd registra nel resto d’Italia, se metteremo a frutto proprio la qualità dell’appartenenza, che si traduce nella costante applicazione dei valori in cui crediamo da sempre, nella chiara adesione all’azione politica e di governo del nostro segretario e premier Matteo Renzi e nella cosciente sottoscrizione delle linee programmatiche che stiamo preparando con Michele Emiliano. Qualche giorno fa il nostro sottosegretario Scalfarotto ha fatto bene ad ammonirci sull’importanza di sintonizzarci con tutto questo. Se alle prossime elezioni di maggio in Capitanata riusciremo a far arrivare primo il Partito Democratico, avremo fatto prevalere proprio l’appartenenza, come linfa dell’attivismo politico, rispetto all’interesse contingente che un gruppo di persone può avere a formare una lista”.
“Quel fattore qualitativo della nostra offerta politica – prosegue -, contribuirà più in generale ad accrescere la partecipazione al voto e ci consentirà di proteggere la nostra comunità politica dall’onda d’urto di un eventuale sciopero delle urne. Purtroppo lo ricordiamo tutti quel 37,7% di affluenza in Emilia Romagna; certamente lì ha pesato molto l’inchiesta sui rimborsi dei Consiglieri regionali uscenti a pochi giorni dal voto, ma al netto di quello scandalo, anche oggi ricorrono altri fattori che potrebbero farci inciampare nell’astensionismo: in Puglia, come è successo in Emilia e in Calabria, per noi la competizione sembra non avere avversari e come è noto questa sensazione tende a tranquillizzare troppo gli elettori e i gruppi dirigenti. A questo si aggiunge l’effetto negativo – conclude – che purtroppo hanno sull’elettorato i nostri appelli alle primarie troppo frequenti; forse è davvero arrivato il momento di capire quando e come utilizzarle al meglio”.