La Regione Puglia convoca le associazioni di categoria del settore sociale e sociosanitario per la concertazione sulla riforma del settore, ma nel frattempo, in sordina, gli uffici regionali lavorano ad una revisione di regolamenti e tariffe. Rischiava di diventare una riforma dell’ultimo minuto, prima delle elezioni regionali. Non sono state convocate Uneba Puglia, Assoap, Ansdipp, Airp e Agespi, cioè la voce degli enti che assistono 10.000 pugliesi anziani, disabili o con altre fragilità e danno lavoro a 8.000 persone.
“Chiediamo di non procedere all’approvazione di revisione di norme, atti regolamentari e amministrativi se non preventivamente coinvolgendo noi associazioni di categoria”, scrivono le cinque associazioni in una comunicazione inviata a presidente Nichi Vendola, assessore Donato Pentassuglia, commissione Sanità del consiglio regionale e a tutti gli assessori e consiglieri regionali. “Negli ultimi anni – ricordano gli scriventi – ogni singola associazione ha rivolto reiterate richieste di ascolto, agli assessori alle politiche per la salute e al welfare e ai rispettivi dirigenti regionali, richieste tutte rimaste inascoltate. Solo di recente, è stato convocato un tavolo di concertazione”. Questo si è riunito il 30 gennaio e poi nuovamente lunedì 23 febbraio. Ma proprio in questi stessi giorni, mentre al tavolo di concertazione si discuteva di strategie di lungo periodo, “in altri tavoli, stanze e uffici regionali – e non – circolava una bozza di integrale modifica al Regolamento regionale numero 4 del 2007 (sul sistema integrato dei servizi sociali). Il tutto completamente all’insaputa delle associazioni, che pure gestiscono la stragrande maggioranza dei servizi in questo ambito.
Questo comportamento della Regione, denunciano Uneba Puglia, Assoap, Ansdipp, Airp e Agespi, è “altamente lesivo” del diritto di partecipazione delle formazioni sociali e degli impegni per il coinvolgimento di portatori d’interesse e l’ ascolto dei bisogni dei cittadini sanciti dallo Statuto regionale.