
Quando finirà il “regno” (illegittimo?) del commissario Tommaso Moretti? Si può riassumere così la denuncia del responsabile sindacale dei medici Uil, Antonio Contillo, che da qualche settimana sta ponendo la “questione” degli Ospedali Riuniti. Il manager di Monopoli, infatti, è in sella all’azienda di via Luigi Pinto da circa due anni ma non con funzioni di direttore generale. Per questo, ha destato stupore la decisione del governatore Nichi Vendola (vero sponsor di Moretti) di nominare tutti i nuovi vertici delle aziende pugliesi ad esclusione di Foggia. “Come noto – spiega Contillo a immediato.net – il d.lgs. 502/92 è stato modificato dal Decreto Balduzzi dove all’art. 3 bis viene prevista come obbligatoria la nomina di un direttore generale attingendo dall’albo della propria o di altra regione; ragion per cui non è assolutamente giustificata la nomina di un commissario straordinario presso l’Azienda Ospedaliero-Universitaria OO.RR. di Foggia”.
Quest’ultimo è previsto, infatti, dalla legge regionale pugliese numero 19 del 2010, articolo 14, che “ove per comprovati motivi non possa provvedere alla nomina del direttore generale entro i sessanta giorni previsti dall’articolo 3-bis, comma 2, del D.Lgs. 502/1992 e s.m.i., può procedere ‘intuitu personae’ all’affidamento dell’incarico a un commissario straordinario”, per un massimo di 6 (sei) mesi. “Essendo il 502/92 stato modificato nel 2012, già a marzo del 2013 – continua Contillo -, prima nomina come commissario straordinario del dottor T. Moretti, non era possibile addurre come ‘comprovati motivi’ che non si è ancora provveduto a predisporre l’albo e, pertanto, si sarebbe dovuto ricorrere ad un albo di un’altra regione. Allo stato attuale con un albo dei direttori generali approvato, la Regione Puglia continua a confermarlo come commissario straordinario, nonostante il fatto che a marzo del 2015, compirà ben 2 (due) anni ininterrotti di nomina presso l’Azienda Ospedaliero-Universitaria OO.RR. di Foggia. Per di più, non possiede più nemmeno i requisiti di legge per essere comunque nominato direttore generale”.
A peggiorare le relazioni con i sindacati, la mancata discussione per l’atto aziendale – con il quale verranno riorganizzati i dipartimenti – che verrà varato a breve. “Chiediamo se gli atti pubblici prodotti da un commissario nominato in spregio alle norme vigenti siano validi – continuano dal sindacato -, e se qualora vi fossero imputazioni di spesa non ci potrebbe essere la rappresentazione di una responsabilità erariale? La direzione strategica dell’azienda dovrebbe astenersi dal produrre atti che possano alterare l’asse organizzativo, oltre che impegnare fondi pubblici. L’organizzazione aziendale deve essere condivisa con i sindacati e non decisa nelle ‘segrete stanze’, con pochi, ‘illuminati’ adepti”.
Anche perché gli effetti si dispiegherebbero sui pazienti. “Ci sono reparti che non hanno infermieri, mentre negli ambulatori gli amici degli amici fanno solo un turno – conclude Contillo -. Addirittura ci sono reparti in cui ci sono solo due infermieri per turno. Tutti tacciono mentre i servizi non funzionano adeguatamente perché c’è gente che sta in posti in cui non si deve stare, invece di stare in trincea, in prima linea”.