I lavori effettuati a San Lorenzo in Carmignano “non autorizzati, risultano incongrui, sotto il profilo tecnico, sotto l’aspetto culturale, storico-artistico, delle teorie del restauro… nonchè di estrema pericolosità per la staticità del bene”. Detto in altri termini, il Comune di Foggia anziché ripristinare avrebbe addirittura danneggiato la chiesetta medievale. La questione emerse nel 2010, quando la Soprintendenza mise a punto una nota – poi inviata alla Procura della Repubblica – in cui venivano elencate le criticità dell’operazione di restauro. In questi giorni, il tema è stato ripescato dal consigliere comunale Vincenzo Rizzi, che ha annunciato di aver già preparato una interrogazione urgente: “Pazzesco, hanno speso 750mila euro per danneggiare una chiesa medioevale”.
Nel documento inviato dalla Soprintendenza al responsabile del procedimento Gaetano Sponsilli si legge che “con una nota del 20 agosto del 2010, a firma dell’ingegnere Antonio Lembo e dell’architetto Donato Testa, è pervenuta una relazione dello stato dei luoghi, espletata secondo un’analisi de visu in cui attualmente si trova la chiesa in oggetto, nella quale sono state evidenziate una serie di illogicità tecnico-operative dei lavori effettuati”. Dopo una serie di incontri e sopralluoghi, è emerso che “i lavori effettuati nel primo lotto, oltre a non essere stati eseguiti secondo le prescrizioni dettate nella citata nota soprintendizia, a non essere state tutte riportate nel progetto presentato, risultano in contrasto con le buone regole della teoria e della tecnica del restauro“. Prima di concludere, entrando nel dettaglio degli interventi: “Le opere di consolidamento strutturale non risultano essere state programmate – e quindi eseguite – al fine di contenere le stesse allo stretto indispensabile. Inoltre, per quanto è stato possibile accertare, svariati interventi realizzati non risultano riportati nel progetto presentato a questo ufficio…”.