In un carteggio interno all’Università di Foggia si discute della nomina a portavoce di Davide Grittani per 53mila euro all’anno per 5 anni, ratificata con decreto rettoriale nel consiglio di amministrazione del 22 dicembre 2014. L’atto voluto dal rettore Maurizio Ricci ha destato non poco clamore nella “comunità” dell’Ateneo (l’articolo de l’Immediato sulle “consulenze d’oro”). Si scambiano opinioni dopo il consiglio di amministrazione alcuni suoi esponenti, dato che fornisce anche il polso di una comunicazione fra pochi mentre ai tempi di Giuliano Volpe si mandavano le dirette streaming e lo stesso blog del rettore raccontava gli esiti dei consigli. Ma tant’è.
La variazione di bilancio nel cda di dicembre
La nomina di Grittani con quali fondi verrà pagata? Questo era uno dei punti controversi della decisione. Inoltre il personale interno dell’università si chiedeva se non ci fossero già a disposizione figure in grado di rivestire questo ruolo. La variazione di bilancio per pagare Grittani è stata fatta, vediamo come.
Ecco alcuni passaggi dell’informativa post consiglio di amministrazione del 28 gennaio scorso in cui si discuteva – fra le altre cose – la “linea di indirizzo per la programmazione di fabbisogno di personale”.
“Visto il blocco di assunzioni e turn over, ed in presenza di un rapporto docenti a noi sfavorevole, l’unica modalità di reclutare personale è a tempo determinato”. In uno dei punti che segue si parla di “alcuni vuoti nel nostro organico in termini di competenze professionali”, tra cui, appunto, potrebbe essere sottinteso Grittani.
Chi scrive intende dare “un’informativa al personale utile a generare una discussione costruttiva e soprattutto una presa di coscienza delle questioni che la nostra Università si trova ad affrontare. Il riferimento ai “vuoti” di competenze non è un mio pensiero ma una delle argomentazioni addotte in delibera per motivare la linea guida relativa al reclutamento del personale t.a. a cui mi riferisco.
La vicenda del portavoce, una questione a dire il vero già sollevata da altri, appare come una scelta politica che trova supporto nella legislazione vigente, così come politica è stata la scelta di non esperire una preventiva indagine interna, al fine di verificare l’esistenza dei requisiti e delle competenze tipiche di un portavoce tra le fila del personale interno”.
E arriviamo al nocciolo della questione:
“Circa le poste in bilancio a copertura della spesa il decreto rettorale recita: ‘… la spesa relativa… graverà su risorse… provenienti…, per il primo anno, sui fondi del progetto Gluten Friendly 2014… e, per gli anni successivi, sulle economie dei progetti PAS’. Questo vuol dire che per il futuro ci si affida a previsioni di entrate che ci auguriamo si avverino..”.
Segue la spiegazione della velocità con cui è stata approvata la delibera: “In merito alla previsione legislativa che stabilisce che al portavoce ‘… è attribuita una indennità determinata dall’organo di vertice nei limiti delle risorse disponibili appositamente iscritte in bilancio da ciascuna amministrazione per le medesime finalità..’, m’insegni che quando si ritiene si fa con sollecitudine, tant’è che nella medesima giornata si è operata la variazione di bilancio occorrente per iscrivere in bilancio le economie del progetto Gluten Friendly 2014”.
Traduzione: Grittani verrà pagato con questi fondi per il primo anno, sempre ammesso che ci sia una connessione fra la spesa e la sua motivazione e non serva una variazione di bilancio ad hoc, questo è il dubbio persistente nei “dialoghi universitari” insieme ad un’eventuale responsabilità di tutto il consiglio di amministrazione. Riguardo ai Pas, sono i percorsi abilitanti speciali per insegnanti di scuola secondaria
La replica alla nomina: “Senza ricognizione interna?”
Si torna sul consiglio del 22 dicembre, quello che ha ratificato la nomina di Grittani: “La cosa mi interessa particolarmente anche in relazione al decreto rettoriale ratificato lo stesso giorno di emanazione (ma perché allora non discuterlo come punto ad hoc del consiglio?) e del quale hanno trattato sia i social network che qualche organo di stampa.
Mi riferisco all’assunzione dell’impegno di 53.000 euro/anno fino alla fine del mandato del rettore per il contratto al portavoce.
Non mi risulta, infatti, che sia stata esperita la ricognizione interna, pur necessaria, e che siano stati appositamente stanziati nel budget 2015 queste risorse come espressamente prevede l’art. 7 della legge 150/2000, la quale stabilisce infatti che al portavoce “è attribuita una indennità determinata dall’organo di vertice nei limiti delle risorse disponibili appositamente iscritte in bilancio da ciascuna amministrazione per le medesime finalità”.
L’interlocutore non si capacita della nomina di carattere “politico”: “E’ discutibile che le università possano dotarsi di tale figura professionale stante il fatto che il massimo vertice istituzionale non può definirsi organo di rappresentanza politica. Peraltro l’importo stanziato per il portavoce rientra pienamente nel calcolo del limite fissato nella legge 122/2010 che introduce, come è ormai risaputo, il limite del 50% della spesa sostenuta nel 2009 per consulenze e contratti temporanei. Il che significa che l’importo previsto per il portavoce riduce di molto la possibilità di stipulare (o rinnovare) contratti di questo genere per coprire quei “vuoti” di cui parli”.
Segue un confronto con altre due università, Padova e Teramo: “L’importo attribuito al portavoce da queste due università è rispettivamente di 16.000 e 15.300 euro all’anno, molto lontano dalla cifra riconosciuta al nostro.
A tal proposito mi chiedo perché lo scorso anno il Dare gli abbia riconosciuto un onorario mensile di 1900 euro e oggi gli riconosciamo 3.488,95 euro, pari ad una figura di livello dirigenziale…
Cosa è cambiato dallo scorso anno ad oggi? Forse il sig. Grittani ha accresciuto le sue competenze nel corso degli ultimi mesi?”.